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La Puglia ha sempre più sete: bacini in sofferenza e piogge insufficienti

Coldiretti: “Senza un piano invasi e nuove soluzioni, il rischio è restare senz’acqua”

Pubblicato da: redazione | Ven, 7 Novembre 2025 - 16:46
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La sete della Puglia non accenna a placarsi. I bacini si svuotano, le piogge scarseggiano e la regione continua a fare i conti con una crisi idrica che non riguarda più solo la Capitanata, ma l’intero territorio. Dai Monti Dauni al Salento, l’acqua è ormai una risorsa sempre più rara, e se nei prossimi giorni non arriveranno precipitazioni consistenti, anche l’invaso di Occhito, tra i più importanti del sistema pugliese, rischia di raggiungere il volume morto già entro la prossima settimana. È l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ANBI, che fotografano una situazione sempre più critica.

Ottobre ha fatto sperare in una leggera inversione di tendenza, con un aumento medio delle precipitazioni in molte aree, ma la distribuzione è stata irregolare. Le zone più vulnerabili — come la costa ionica salentina e il Foggiano — sono rimaste quasi del tutto scoperte, con accumuli di pioggia troppo bassi per consentire la ricarica delle falde. Un dato che preoccupa non solo gli agricoltori, ma anche chi gestisce le risorse idriche a livello regionale, in una terra dove l’acqua è sinonimo di vita, economia e futuro.

In questo scenario, Coldiretti accoglie con favore il nuovo decreto sulle acque reflue approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il provvedimento — frutto di un lavoro condiviso con la stessa Coldiretti — stabilisce regole più chiare per il riutilizzo delle acque depurate e apre la strada a un impiego più efficiente e sicuro delle risorse disponibili, soprattutto in agricoltura. Un passo avanti concreto, che potrebbe alleggerire la pressione sui bacini e offrire una boccata d’ossigeno alle imprese agricole pugliesi.

Il decreto riconosce inoltre alle organizzazioni di categoria un ruolo attivo nella pianificazione e nel monitoraggio dell’uso dell’acqua, prevedendo accordi di programma tra gestori degli impianti e delle reti di distribuzione per coordinare investimenti e infrastrutture. Un modo per passare da interventi emergenziali a una gestione strutturale e condivisa del bene più prezioso.

Ma Coldiretti invita a guardare oltre il presente: servono scelte coraggiose e una strategia a lungo termine, a partire da un grande piano invasi capace di raddoppiare la capacità di raccolta dell’acqua piovana e ridurre la dispersione. L’obiettivo è duplice: garantire approvvigionamenti nei periodi di siccità e prevenire il rischio di alluvioni. La sfida, oggi, è quella di trasformare la fragilità idrica pugliese in un modello di gestione innovativa e sostenibile.

“La garanzia dell’acqua — ricorda Coldiretti — è un pilastro dell’agroalimentare pugliese e nazionale, da cui dipende oltre il 40% del valore aggiunto del settore”. Senza acqua non c’è agricoltura, e senza agricoltura la Puglia perde una parte fondamentale della sua identità. È per questo che la sicurezza idrica non è solo una questione ambientale, ma una scelta strategica di futuro, che riguarda tutti.

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