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L’ematologia pugliese fa scuola: “Nessun paziente costretto a curarsi fuori regione”

Se ne è parlato a Trani con specialisti da tutta Italia

Pubblicato da: redazione | Lun, 22 Dicembre 2025 - 15:32
attualità in ematologia

La mobilità sanitaria passiva in ematologia in Puglia è oggi sostanzialmente azzerata. I pazienti non sono più costretti a spostarsi fuori regione per ricevere cure adeguate: disponiamo delle competenze e delle tecnologie necessarie”. A dirlo è il dottor Giuseppe Tarantini, direttore dell’Unità di Ematologia dell’ospedale “Dimiccoli” di Barletta, a margine del congresso scientifico “Attualità in Ematologia”, che si è tenuto lo scorso fine settimana a Palazzo San Giorgio di Trani.

Tra i focus principali del congresso – che ha visto come responsabili scientifici, oltre al dottor Tarantini, i professori Giuseppe Guglielmi e Arcangelo Liso – l’evoluzione delle terapie CAR-T, immunoterapie altamente personalizzate impiegate nel trattamento di leucemie e linfomi refrattari o recidivanti. Un ambito in forte crescita anche in Puglia, come dimostrano i dati: nel 2024 sono stati effettuati 36 trattamenti, mentre nei primi dieci mesi del 2025 le procedure hanno già raggiunto quota 41, superando lintero totale dellanno precedente.

Se fino a pochi anni fa questi trattamenti erano accessibili solo in alcuni centri del Nord Italia, oggi vengono eseguiti in quattro strutture pugliesi – a San Giovanni Rotondo, Bari, Brindisi e Taranto – ampliando in modo significativo l’offerta terapeutica regionale. “Le CAR-T rappresentano una delle innovazioni più rilevanti degli ultimi anni nel trattamento dei tumori ematologici” spiega il dottor Tarantini. “Hanno dimostrato risultati significativi nelle forme refrattarie o recidivanti, offrendo nuove prospettive di cura a pazienti che non rispondevano alle terapie convenzionali”.

I risultati raggiunti sono anche il frutto del lavoro della Rete Ematologica Pugliese, attiva dal 2010 con l’obiettivo di garantire percorsi di diagnosi e cura omogenei su tutto il territorio.

“La popolazione – continua l’ematologo – è sempre più anziana e spesso i figli vivono lontano: alcuni pazienti scelgono quindi di curarsi dove possono contare su un supporto familiare diretto”. Si tratta comunque di una quota minima che è compensata dal crescente afflusso di pazienti provenienti da altre regioni. “Sempre più persone scelgono la Puglia per curarsi grazie all’impegno dei professionisti e alle infrastrutture disponibili” sottolinea il dottor Tarantini, coordinatore della Rete.

L’obiettivo è garantire l’uniformità dei percorsi di cura. “Il paziente deve avere la certezza di ricevere lo stesso trattamento in ogni centro” spiega il dottor Tarantini. “Questo significa terapie e strategie assistenziali condivise, oltre al supporto dei volontari AIL. Gli standard restano gli stessi, ovunque ci si curi”. Un modello che si inserisce in una rete più ampia. “Questa omogeneità, estesa anche a livello nazionale, è uno dei punti di forza dellematologia italiana”.

Il congresso di Trani, che ha riunito specialisti e ricercatori da tutta Italia per fare il punto sui principali avanzamenti nella cura delle malattie del sangue, si conferma uno degli appuntamenti più consolidati del settore, un momento di sintesi sui risultati raggiunti, sui progressi clinici e sulle nuove frontiere terapeutiche.

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