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Terrorismo, arrestati 2 iracheni. Gli inquirenti: “Bari base per i foreign fighters”

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:06

BARI – Quando sono stati bloccati dagli agenti della Digos avevano con loro diversi passaporti falsi. Documenti che avrebbero dovuto consegnare, ma non è ancora chiaro a chi e a quale scopo preciso. Due iracheni con cittadinanza britannica sono stati fermati mercoledì scorso a Bari, il fermo è stato convalidato dal giudice. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e possesso di documenti falsi, ma i fermi rientrano in una più ampia indagine sul terrorismo di matrice islamica coordinata dai pm della Dda Renato Nitti e Roberto Rossi. I due arrestati hanno entrambi 31 anni, uno si è inizialmente presentato come un avvocato. Gli inquirenti ritengono che almeno uno dei due faccia parte del gruppo terrorista Ansar Al Islam, con base logistica a Parma.  La Digos e i Ros sono arrivati al fermo dei due iracheni grazie alla collaborazione di un terzo iracheno arrestato la settimana scorsa con le stesse accuse: si tratta di Ridha Shwan Jalal, alias Kaka Sherzad. L’uomo è stato bloccato dalla polizia perché trovato in possesso di 5 passaporti falsi, portato in carcere ha deciso di collaborare e ha permesso di identificare gli iracheni arrestati mercoledì. Sarebbe stato lui, nell’agosto scorso, a chiedere ad un’agenzia di viaggi di Matera un preventivo per il trasferimento di 20 cittadini iracheni dall’aeroporto di Sulayrmaniyah (Kurdistan iracheno) a Parigi, con uno scalo intermedio ad Istanbul (Turchia). Secondo la magistratura barese Jalaj “può considerarsi contiguo” alla cellula jihadista “Ansar Al Islam”. L’ipotesi dell’Antimafia, quindi, è che a Bari sia attiva una cellula che si preoccupa principalmente di far entrare nel territorio italiano presunti jihadisti, garantendo loro documenti falsi, danaro e supporto logistico. Una ipotesi già documentata nell’inchiesta, ancora in corso, che, nel novembre scorso, portò all’arresto del 45enne iracheno Mihamad Majid. Anche lui, in carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ha fatto parte della cellula jihadista “Ansar Al Islam” e anche lui aveva il compito di fornire passaporti falsi e alloggio a chi sbarcava a Bari

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