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Canottaggio, ai Mondiali di Bled sogni e amarezze per il veterano De Palma

Pubblicato da: Antonino Palumbo | Mer, 27 Settembre 2017 - 13:00
Canottaggio - Tricolori Master Sabaudia premiazione De Palma - credit Paoletti per canottaggio.org

Si chiama Cristoforo e ha passato una vita in acqua. Non su una caravella, perché il suo cognome è De Palma e non Colombo, ma su un’imbarcazione a remi. Dalla passione giovanile per il basket ha virato sul canottaggio, vincendo titoli italiani ed europei e affermandosi come uno dei master più longevi e vincenti degli ultimi vent’anni. Per questo a Cristoforo De Palma, 78 anni, portacolori del Circolo Canottieri Barion, il quarto posto ai Mondiali Master di Bled, in Slovenia, in fondo in fondo sta un po’ stretto.

Sia perché è campione italiano ed europeo in carica e aveva vinto un argento all’ultimo mondiale, sia perché a batterlo sono stati avversari forti, ma già affrontati con successo in precedenza. Purtroppo per De Palma l’evento sloveno, che accolto 4.800 atleti master di tutto il mondo, 40 dei quali della categoria over 75, ha riservato al veterano barese qualche infausto imprevisto. In primis, una navetta per il campo gara che gli è passata davanti senza fermarsi. Tradotto, due chilometri a piedi, il dolore a una coscia e non solo. “Non ho potuto provare la barca – racconta De Palma – e la regolazione precedente non era quella adatta a me. In partenza ho perduto due posizioni ma ho rimontato, posizione dopo posizione. Ai 500 metri ero secondo, ma ai 750 ho mollato, riuscendo comunque a difendere il quarto posto”.

Promettente cestista, a metà degli anni ’50 De Palma si vide negare il trasferimento dalla Pallacanestro Bari al Cus Bari, e così scoprì al canottaggio. Prima al Barion, poi il Cus Bari al Molo Pizzo. Pura passione, niente riflettori: rifiutò anche di mettersi in gioco per le Olimpiadi del ’60 a Roma. Dopo il matrimonio, smise per cinque anni di vogare, per poi riprendere una domenica di dieci anni dopo. Da allora non ho più smesso e ha coinvolto nella sua passione anche le nuove generazioni, dal figlio Cesare Pierpaolo alla promettente nipote Cristina Fiore.

E’ stato però a 70 anni che il divertimento si è trasformato in vocazione agonistica, che lo ha portato a disputare brillantemente i mondiali master di Vienna, Colonia, Varese, Bruxelles e diversi Europei. E agonismo, si sa, vuol dire anche rammaricarsi perché sei arrivato quarto. Cristoforo, da vecchio lupo di mare e di lago, lo sa. Ed è pronto a remare verso le prossime sfide: “Pazienza, ci riproveremo”.

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