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Bari, migliora la 27enne che ha partorito mentre era in coma: influenza debellata

Pubblicato da: redazione | Ven, 23 Febbraio 2018 - 16:45

La prognosi sarà sciolta tra qualche giorno ma sta meglio, respira autonomamente e ha riabbracciato suo marito la 27enne Daniela, della provincia di Bari, che dallo scorso 5 febbraio era stata indotta in coma farmacologico dai medici del Policlinico di Bari che, con un cesareo di urgenza, decisero di far nascere a 27 settimane sua figlia per poter attaccare la donna alla Ecmo, una macchina per la circolazione extracorporea e l’ossigenazione del sangue.

Una scelta necessaria per l’acuirsi delle crisi respiratorie di Daniela che non era vaccinata contro l’influenza e che era stata colpita dall’aggressività del ceppo H1N1. La prognosi per la sua bambina sarà sciolta tra un paio di settimane “ma le sue condizioni sono buone”, hanno assicurato i medici oggi in una conferenza stampa durante la quale il direttore della Rianimazione del Policlinico, Francesco Bruno, ha spiegato che “ci sono tutte le premesse perché la conclusione di questo caso sia positiva”. Daniela ha anche avuto modo di sentire l’altra sua figlia, di sei anni, al telefono. E i parenti dichiarano che “non saremo mai abbastanza grati al professore Bruno, al professore Laforgia di Neonatologia, a tutti i medici, paramedici, infermieri, specializzandi dei reparti di Rianimazione, Neonatologia e Ginecologia del Policlinico di Bari”. “C’è una Pugliamigliore, silenziosa, fatta di questi uomini e donne che uniscono una straordinaria professionalità ad una umanità unica”, aggiungono, e “ci siamo affidati totalmente a loro che, con un aiuto dall’alto, hanno compiuto un miracolo”. “Quando tutto sembrava perso – concludono – ci hanno regalato la speranza e adesso ci stanno restituendo, dopo tanto lavoro, la vita di Daniela e della sua piccola. Per tutti noi adesso è di nuovo vita, una nuova vita”.

Sottolineando l’importanza della vaccinazione, Bruno ha infine ricordato che su “dieci casi di H1N1 che abbiamo avuto, sei sono stati trattati con Ecmo: si trattava di pazienti abbastanza giovani, il più giovane dei quali aveva 19 anni”.

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