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Paura nelle campagne pugliesi per la presenza di lupi: mattanza di pecore e agnelli

Pubblicato da: redazione | Ven, 12 Luglio 2019 - 13:30
Randagismo a Nardò, Lupo primo cane adottato dopo reimmissione

Continua la mattanza nelle stalle e sui pascoli di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e agnelli uccisi in Puglia, dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti sulla Murgia barese e tarantina e sul Gargano. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, a seguito della recrudescenza del fenomeno degli attacchi dei lupi che hanno sbranato numerose vittime, con 20 pecore, 3 mucche e 10 agnelli morti in poche settimane.

“Nel giro di dieci anni i lupi sono raddoppiati – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori, allevatori e automobilisti. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Facciamo appello al vicepremier Matteo Salvini e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che hanno ribadito la necessità di misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane”.

I lupi vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive – aggiunge Coldiretti Puglia – ma inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati.

“Gli allevatori, gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – conclude Coldiretti Puglia – i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati”.

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