Un pomeriggio che avrebbe dovuto essere ordinario si è trasformato in un vero e proprio momento di burrasca politica a Palazzo di Città. Ieri, 23 settembre, nell’aula Dalfino, la seduta del Question Time del Consiglio comunale di Bari – solitamente un momento di scambi e chiarimenti tra consiglieri e assessori – è stata interrotta bruscamente dopo un acceso scambio di accuse tra le forze politiche.
Al centro della polemica c’è stato l’intervento del consigliere della Lega, Giuseppe Carrieri, che denunciando episodi di criminalità e degrado in città ha fatto riferimento a “nordafricani neri” coinvolti, tra cui un episodio avvenuto domenica scorsa sulla spiaggia di Pane e Pomodoro, dove una bambina di dieci anni sarebbe stata molestata. Le parole dell’esponente di centrodestra – “I neri nordafricani molestano i bambini” – hanno immediatamente scatenato la reazione del Partito Democratico e della Giunta, con il consigliere Marco Bronzini e altri membri della maggioranza che le hanno definite “inaccettabili e razziste”.
L’assessore alla Legalità Nicola Grasso non ha usato mezze misure: “Non siamo a una convention politica, ma in un luogo istituzionale dove si rappresentano i cittadini baresi. Espressioni di questo tipo non possono trovare spazio qui”. Pochi minuti dopo, la caduta del numero legale ha decretato la fine anticipata della seduta, lasciando dietro di sé un clima di forte tensione e polemica politica.
Carrieri ha difeso la sua scelta di parole, sostenendo che si trattava di un riferimento geografico e non razziale: “Se avessi detto ‘nordafricani bianchi’ nessuno si sarebbe offeso – ha replicato –. La mia intenzione era solo richiamare l’attenzione sui gravi fenomeni di criminalità che includono anche molestie su minori”. Ma il dibattito ha chiaramente mostrato come la linea tra denuncia dei problemi e linguaggio percepito come discriminatorio resti un terreno molto delicato nelle aule istituzionali.