La sanità pugliese rischia di perdere quasi 177 milioni di euro destinati al suo potenziamento, mentre i ritardi nell’attuazione dei progetti previsti dal PNRR e dal DM 77/2022 diventano sempre più evidenti. A lanciare l’allarme è la UIL Pensionati Puglia, che chiede un tavolo urgente con la Regione, le ASL e i referenti nazionali per evitare che i fondi destinati a Case della Comunità, Ospedali di Comunità, assistenza domiciliare e cure palliative vadano persi.
Secondo il monitoraggio di Agenas aggiornato al 30 giugno 2025, la riforma dell’assistenza territoriale è ancora incompleta e disomogenea. In Puglia, dove le criticità sono particolarmente gravi, solo una delle 123 Case della Comunità previste è attiva – a Mottola – e neanche questa funziona pienamente per la mancanza di personale medico e infermieristico. “Se non si interviene subito, rischiamo di vanificare un’opportunità storica di rafforzare la medicina di prossimità e garantire cure adeguate a milioni di pugliesi, soprattutto anziani e non autosufficienti”, sottolinea Tiziana Carella, segretaria generale della UILP Puglia.
L’obiettivo del DM 77 e del PNRR era chiaro: potenziare l’assistenza sul territorio, ridurre la pressione sugli ospedali e rafforzare i servizi domiciliari e le cure palliative. Ma i ritardi registrati mettono in dubbio non solo la coerenza con il progetto nazionale, ma anche la sostenibilità futura del servizio sanitario regionale.
Paradossalmente, pochi giorni fa la Regione Puglia aveva esultato per i risultati del report Gimbe sul monitoraggio dei LEA, che posizionava la Puglia al decimo posto tra le Regioni adempienti. “C’è qualcosa che non torna – aggiunge Carella – e a pagare il prezzo sono sempre i cittadini”. La disparità di accesso ai servizi sul territorio, soprattutto nelle zone rurali o periferiche, rimane un problema grave e inaccettabile.
La UIL lancia quindi un appello urgente: la Regione e le ASL devono assumersi responsabilità concrete e avviare interventi immediati. “Non permetteremo che siano le fasce più deboli della popolazione a subire le conseguenze dei ritardi. Servono risposte chiare, controlli trasparenti e azioni rapide”, conclude Carella.