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Bari, riapre il Cie al rione San Paolo. Ecco il piano del governo per l’emergenza immigrati

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 14:02
Il Cie di Bari

Il Cie di Bari sarà riaperto nel giro di un paio di mesi. Il ministro Marco Minniti ha deciso, l’impianto che si trova a ridosso dell’aeroporto di Palese verrà ristrutturato e riaperto, in totale potrà ospitare sino a 129 persone. La struttura era stata chiusa circa due anni fa dopo essere stata devastata dai migranti reclusi. Ma il sindaco Antonio Decaro avverte: “Se il nuovo Cie funzionerà come quello vecchio e avrà la stessa filosofia, noi ci opporremo. Abbiamo combattuto per chiudere la vecchia struttura, che altro non era che un ghetto”. Il ministro ha assicurato che i nuovi Cie “non avranno nulla a che fare con quelli del passato e avranno una governance trasparente”, ma la Rete No Cie barese minaccia le barricate, pronti anche nuovi ricorsi in Tribunale.rnrnLa ristrutturazione terminerà entro i prossimi 2 mesirnrnI lavori di adeguamento partiranno subito e dovrebbero durare circa due mesi, in sostanza tra febbraio e marzo il Cie del quartiere San Paolo dovrebbe essere funzionante. “Noi diciamo no al Cie come ghetto – replica Decaro – se il progetto del ministero è quello noi ci opporremo, come abbiamo fatto in passato. In passato il Cie era diventato un carcere, gli immigrati anziché restarci massimo 90 giorni prima di essere rimpatriati erano obbligati a stare anche anni in quella struttura. Se, invece, saranno gestiti diversamente allora non ci metteremo di traverso. Vogliamo garanzie: nel Cie i migranti dovranno restarci solamente qualche giorno e dovranno essere garantite condizioni di vita dignitose”.rnrnLe nuove misure discusse con le RegionirnrnIl 19 gennaio Minniti incontrerà i presidenti delle Regioni, con i quali discuterà delle novità: il piano del Viminale non prevede solo l’apertura di altri Cie in Italia, bensì nuove regole più chiare che dovrebbero rendere la procedura di espulsione rapida.  Innanzitutto, stop all’appello in caso di diniego dello status di rifugiato, poi la formazione di sezioni specializzate in 12 tribunali  – tra questi quello di Bari – per velocizzare l’iter delle domande di asilo e rinnovo degli incentivi ai Comuni che accolgono i migranti.

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