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Bari, la storia di Josè con la sindrome di Asperger: “Rispetto per chi funziona in maniera diversa”

Pubblicato da: redazione | Dom, 27 Maggio 2018 - 15:00

Oggi ha un dottorato di ricerca in matematica, insegna in un liceo a Bari ed ha una passione sconfinata per la scrittura creativa. Si chiama Josè Stancarone, barese di 30 anni, con un talento innato per i numeri, il ragionamento, un’intelligenza viva e complessa. Tanto che da piccolo, la sua maestra delle Elementari lo considerava “soltanto un ritardato” e ha fatto di tutto per spingerlo ad abbandonare prematuramente la scuola che riteneva “inutile” per lui.

Inizia da qui l’odissea di questo ragazzo pugliese che un giorno, all’età di 19 anni, navigando in rete su Wikipedia,  scopre di avere gli stessi sintomi descritti dalla sindrome di Asperger, disturbo pervasivo dello sviluppo classificato nello spettro autistico.

Josè fin da bambino soffre nel sentirsi spesso “fuori luogo e inadeguato”, e apprende presto che il suo disturbo presenta serie difficoltà nell’interazione sociale e si caratterizza per comportamenti fortemente abitudinari e schemi inusuali. Nonostante fosse dotato di un ottimo funzionamento intellettivo, Josè – come tutte le persone con sindrome di Asperger – ha una sensibilità sensoriale molto particolare per cui percepisce suoni e colori in maniera amplificata: ad esempio non riesce a rimanere a lungo ad un concerto perché la musica è troppo alta; oppure il brusio frequente dei locali e delle piazze lo infastidiscono. A causa di questi limiti Josè percepisce una certa distanza dagli altri: tutti questi piccoli “incidenti sociali” gli fanno capire che lui “funziona in modo diverso”, e quindi si informa su internet e poi chiede conferma agli esperti.

Sostenuto dalla famiglia e incoraggiato a proseguire il suo percorso scolastico, Josè decide di farsi aiutare per acquisire gli strumenti giusti per migliorare il suo rendimento a scuola, cancellare i suoi cattivi voti e il debito in matematica, adattandosi meglio al contesto sociale per poter esprimere al massimo il proprio potenziale. Ed è a questo punto che lo stesso Josè decide di contattare gli esperti dell’Associazione Dalla Luna, un team di giovani baresi specializzati nella diagnosi e nella terapia a favore di persone con autismo. Josè impara presto a riconoscere la sua condizione, a conviverci nella consapevolezza che “l’autismo non è una malattia, ma un modo diverso di leggere il mondo”, fatto di percezioni diverse. Non sbagliato, semplicemente diverso.

«In una persona con autistimo le percezioni sono diverse, – spiega Guido D’Angelo, psicoterapeuta che ha seguito in questi anni Josè – e in alcun casi i colori e i suoni possono fondersi, mescolarsi, o addirittura un suono può essere visto come un colore e provocare una reazione fisica. Perchè ciò che per noi è netto e definito, non lo è per una persona autistica».

Josè scopre di avere una memoria fotografica invidiabile, un’abilità logica fuori dal comune, che lo porterà a laurearsi e a conseguire un dottorato di ricerca in matematica presso l’Università di Bari.

«Certo, non tutte le persone con autismo sono geniali – chiariscono gli esperti dell’Ass. Dalla Luna – A volte, l’autismo si accompagna a patologie come il ritardo mentale».

Sulle dinamiche socio-emotive, Josè non ha dubbi: «Per me è importante essere equidistante da tutti ed avere pochi satelliti: l’importanza che diamo a un rapporto umano non si esprime per forza con un’overdose di emozioni manifestate (come succede in molti programmi televisivi), ma servirebbe dare importanza ai dettagli e imparare a rispettare persone che funzionano in maniera diversa».

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