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Più 10,5% di vacanzieri nel 2018, la crisi politica non scalfisce il turismo delle Maldive

Pubblicato da: C.P. | Lun, 30 Luglio 2018 - 14:15

I tour operator nostrani avevano avvisato: “Nonostante il difficile clima politico il turismo delle Maldive non subirà arresti”. E così è stato, almeno stando ai dati presentati in un’infografica e pubblicati sul sito del ministero del turismo maldiviano che parlano di ben 726.515 visitatori rilevati  a fine giugno 2018, un incremento del +10,5% rispetto al flusso registrato nello stesso periodo ma del 2017.

Il dato viene spacchettato anche per media di permanenza ovvero circa 6 giorni e mezzo, a farla da padrone tra le strutture ricettive dell’arcipelago sono sempre i resort con ben il 70% sulle quasi 43mila notti in cui i letti delle Maldive sono stati occupati dai turisti. Sul totale dei singoli posti destinati ai visitatori la media di occupazione fino a giugno è stata del 63%. Incrociando questi dati il ministero calcola che le singole notti che i turisti hanno passato alle Maldive sono aumentate del 13,5% rispetto al 2017.

L’Europa è la principale fonte del flusso turistico, l’Italia il quarto paese

Dall’Europa proviene il flusso più ampio (51%) di turisti che sceglie di approfittare della grande varietà di programmi di viaggio e di offerte di vacanze alle Maldive per concedersi giorni di puro relax, seguono nella classifica i turisti di Asia e Oceania al 40%. Interessante invece il dato fornito sui 5 paesi da dove provengono più turisti: al primo posto c’è la Cina che per prossimità geografica continua a essere il principale fruitore del turismo maldiviano anche se in questo caso un calo c’è stato e del -10%, infatti durante i disordini politici che hanno caratterizzato la primavera maldiviana il governo cinese è stato tra i primi a invitare i propri cittadini a non recarsi in vacanza presso l’arcipelago del Pacifico.

Seguono in questa classifica i tedeschi, i britannici e al quarto posto gli italiani. La passione nostrana per gli atolli maldiviani è ormai una consuetudine che si rinnova di anno in anno e, almeno per questi primi mesi di rilevazione del 2018, il numero dei turisti italiani recatisi alle Maldive è cresciuto del 18,2%, in totale si tratta di 56.372 persone. Le attrazioni esotiche facilmente raggiungibili dal nostro paese sono sempre in aumento, eppure resta intatto il richiamo e la fascinazione verso questo paese così ricco di bellezza.

La crisi di febbraio e lo stato di emergenza

Eppure i risultati potevano essere molto diversi. Il caos politico è cominciato a febbraio quando il presidente Abdulla Yameen ha dichiarato quindici giorni di stato d’emergenza in seguito al mandato d’arresto per l’ex dittatore Maumoon Gayoom, fratellastro proprio di Yameen e all’opposizione del suo governo. Insieme a Gayoom sono stati incarcerati anche due giudici della corte suprema e altri esponenti dell’opposizione che cercavano di entrare in Parlamento per riunirsi in seduta.

Lo stato d’emergenza è poi stato revocato dallo stesso presidente Yameen, ma quasi un mese dopo la crisi del 5 febbraio. In un comunicato la presidenza della Repubblica dichiarava: “L’annuncio dell’introduzione dello stato di emergenza era stato determinato da una crisi costituzionale creata da due giudici della Corte Suprema che hanno cospirato con personalità politiche” per “rovesciare illegalmente un governo eletto”, con una azione che “costituiva una imminente minaccia alla sicurezza nazionale”.

Per fortuna la popolazione della  Repubblica delle Maldive, che è di 350mila abitanti, è prevalentemente concentrata nella capitale Malè. Il resto delle isole dell’arcipelago ha continuato a prosperare cavalcando il ponderoso flusso di turisti che in ogni periodo si recando su queste sponde appena emerse dal mare per rilassarsi in un’atmosfera paradisiaca. Nonostante sia proprio la primavera il periodo di “alta stagione” dell’arcipelago, i turisti hanno preferito, per fortuna dell’economia isolana, di approfittare dell’allettante prospettiva degli atolli maldiviani piuttosto che lasciarsi intimorire da una crisi politica che non ha minimamente interessato il prezioso turismo.

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