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La scuola in Puglia in subbuglio. Menga (Cgil): “Ancora troppi precari, istituti e famiglie ne risentiranno”

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Gio, 4 Aprile 2019 - 15:00

Dalla lotta al precariato al rinnovo contrattuale. La scuola è in subbuglio. Ne parliamo con Claudio Menga, segretario generale Flc Cgil Puglia.

Quali sono le emergenze del mondo della scuola al momento?

“Sono quattro: il rinnovo contrattuale, il blocco dell’autonomia differenziata, la lotta al precariato e la vertenza del personale Ata”.

Quali conseguenze potranno portare la quota 100 e quindi i probabili pensionamenti sul funzionamento delle scuole?

“La quota 100 nella scuola ha consentito la presentazione di 1310 domande complessive cui vanno aggiunte 365 domande tra “opzione donna” e “uscita anticipata”
per un totale di 1.675. La ripartizione dei pensionamenti ordinari di scuola è la seguente: docenti 1.197+ ATA 373= 1.570. Quindi ci saranno 3245 persone che quest’anno lasceranno gli istituti. Le conseguenze le raccontano questi numeri”.

Il precariato resta una priorità. Quali sono le misure che si dovrebbero prendere per ridurre il fenomeno?

“Va avviata la stabilizzazione per chi ha 3 anni di servizio Quest’anno più di 88mila cattedre di docenti sono state assegnate con contratti a tempo determinato e di questi 56mila derivano dall’organico di fatto: posti liberi su cui invece di assumere si danno contratti al 30 giugno. Sul sostegno un posto su tre è ricoperto da un precario e tutto questo a settembre si aggraverà per effetto dei pensionamenti e della Quota 100.
Nella scuola ci sono più di centomila insegnanti che da anni lavorano con contratti a tempo al 30 giugno o al 31 agosto. Se molti di loro non sono abilitati e non hanno potuto partecipare a nessun concorso negli ultimi anni è perché dal 2014 non viene avviato un percorso abilitante. Qualità dell’istruzione vuol dire posti stabili, continuità didattica e assunzione dei precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole”.

Quali sono le richieste dei sindacati al governo?
“In primo luogo i progetti di regionalizzazione del sistema di istruzione, contro cui nelle scorse settimane sono scesi in campo sindacati e associazioni, di diversa ispirazione, uniti nel rivendicare la salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.  C’è poi un’emergenza salariale che si trascina da tempo: trattamenti economici inadeguati a riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio rispetto alla media delle retribuzioni europee, come attestato più volte da indagini e ricerche internazionali. Le scelte fatte con la legge di stabilità per il 2019 negano ad oggi la possibilità di compiere, col rinnovo del contratto, un passo significativo in direzione di un riallineamento retributivo alla media europea: smentiti ancora una volta impegni e promesse, che non hanno alcuna credibilità se non trovano riscontro in precise e concrete scelte di investimento. Ed ancora l’emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento. Occorrono soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area del personale docente che del personale ATA. Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante persone, è la stessa regolarità del servizio che rischia ogni anno di essere compromessa.
Un’altra emergenza riguarda il personale ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con organici inadeguati e ricorso abnorme, anche in questo settore, a contratti a termine. Pesano norme che ostacolano o impediscono la sostituzione del personale quando si assenta, si accumulano sugli uffici di segreterie incombenze di ogni genere, spesso senza adeguato supporto in termini di strumentazione”.

Come sarà la scuola in Puglia l’anno prossimo?
“Poiché i 1675 posti che risultano dai pensionamenti “quota 100”, “opzione donna” e “uscita anticipata” non entreranno in organico di diritto, avremo un incremento di posti precari con perdita di continuità didattica. Ovviamente questi posti non saranno utili per la mobilità territoriale ma solo per le domande di mobilità annuale”.

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