Il mondo della scuola e dell’Università è nel caos e gli studenti sono pronti a scendere in piazza il 9 gennaio. “Dopo le dimissioni dell’ex Ministro Fioramonti – si legge in una nota di Link- su proposta di Conte, il Ministero si scinde tra scuola e università e vengono nominati rispettivamente la neo ministra Azzolina (M5S) e il neo ministro Manfredi (Presidente della CRUI, e rettore dell’Università Federico II). In circa due giorni viene risolta la crisi dovuta alle dimissioni di Fioramonti, senza risolvere la grande crisi che riguarda l’istruzione nel nostro Paese e senza alcun tentativo di risposta alle questioni centrali ed urgenti poste dall’ex Ministro, e su cui studenti, studentesse, dottorandi, lavoratori dell’Università provano a costruire attenzione e portano avanti battaglie da anni, non per se stessi, ma per il Paese tutto. Minimo spazio infatti è stato dato alle questioni centrali che riguardano l’istruzione nel nostro Paese: la necessità di un rifinanziamento complessivo del sistema universitario, la necessità di investimenti ingenti per quanto riguarda il diritto allo studio, la necessità di stabilizzazione del personale precario, riconoscimento e dignità del lavoro di chi sostiene gli atenei del nostro Paese”.
“L’istruzione – continua la nota – viene relegata quindi, nuovamente, ai margini dell’agenda di Governo, così come avviene ormai da anni, e ciò porterà l’Italia a continuare ad essere fanalino di coda tra i Paesi OCSE in quanto ad investimento nella conoscenza. In risposta a questa emergenza lo sdoppiamento del Ministero risulta una manovra che non è assolutamente in grado di garantire migliori misure nel futuro prossimo, soprattutto se continuano a mancare finanziamenti e una visione complessiva del ruolo dell’istruzione nel nostro Paese, come motore di un modello di sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile”
“La crisi dell’Università e l’emergenza in cui si trovano studenti e lavoratori dell’accademia – conclude la nota – non è una questione più rimandabile ed è per questo che il 9 gennaio saremo in piazza con le altre componenti dell’Università per pretendere tutto quello che ci spetta. Pretendiamo dal nuovo Ministro, Gaetano Manfredi, e dal Governo tutto un’inversione di rotta delle politiche che negli ultimi dieci anni, hanno massacrato l’Università pubblica. E’ necessario che il nuovo Ministro esiga un rifinanziamento complessivo del sistema, non solo per fermare l’emergenza ma anche affinché l’Università possa tornare ad assumere il suo ruolo nel Paese e sui territori”.