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Bari, malato oncologico lasciato fuori dal pronto soccorso del Policlinico. Il racconto della figlia

Pubblicato da: redazione | Ven, 23 Ottobre 2020 - 15:00

In merito alla denuncia presentata dalla figlia di un malato oncologico lasciato fuori ad attendere dal Pronto soccorso riceviamo e pubblichiamo la lettera della figlia.

“Sono qui a spiegare la motivazione che mi ha mosso al gesto “ estremo” di denunciare una situazione che, a mio avviso, poteva essere gestita con più prontezza e attenzione. Voglio pertanto precisare che la mia chiamata al 118 avveniva verso le 11 circa e subito dopo l’ ambulanza Alivol partita da piazza Aldo Moro giungeva per trasportare il mio papà presso il PS del Policlinico, dopo avermi informata che avrebbe dovuto seguire il percorso covid a causa della sussistenza dello stato febbrile. Ovviamente da persona consapevole del momento delicato che stiamo vivendo ho accettato tutto purché fosse prestata la giusta assistenza al mio papà. Con il mio mezzo ho raggiunto il Ps e appena entrata dove fanno l’ accettazione, l’ infermiere che si sarebbe dovuto occupare della presa in carico dal 118, stava accompagnando su di una sedia a rotelle il mio papà fuori per attendere che venisse chiamato dal PS Covid. Chiedo subito delle coperte vista la situazione che si presentava e quasi con sdegno mi viene risposto che non ne avevano e mi chiedono di allontanarmi prontamente per evitare di contagiare tutta la struttura. Mi riaffaccio, subito e da sola, per chiedere un trattamento consono al caso che avrebbero dovuto trattare vista la precaria condizione di salute di mio padre e ancora una volta mi vien chiesto di accomodarmi fuori e di attendere perché vi era una situazione di caos generale”.
“Notavo comunque che non vi erano altri pazienti in attesa, come si può notare dalla foto scatta e da voi pubblicata. Quindi mossa dalla disperazione ho deciso di render noto ad Emiliano la situazione che stavo vivendo scrivendo un post pubblico sulla sua bacheca. Nel frattempo l’ infermiere della reception viene fuori per giustificarsi e giustificare l’ attesa e in considerazione della conoscenza con mio marito (compaesani) decide di spiegare che essendo le attese molto lunghe e poiché il suo turno sarebbe finito alle 14 non riteneva opportuno prendere in carico il paziente per non incorrere in assunzioni di responsabilità eccessive. A questo punto leggo la risposta del Governatore che si proponeva prontamente per la verifica e risoluzione dell’ accaduto. E così è stato. Sono stata contattata per sapere dove ci trovassimo giacché al Ps non risultavamo essere mai arrivati. Il resto è cosa nota ! Ringrazio chi ha permesso che il diritto del malato fosse rispettato e auspico che mai nessuno debba più umiliarsi a chiedere aiuto pubblicamente”. 
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