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Superarono concorso nel 2019, in Puglia la rivolta degli infermieri: “Sacrifici dimenticati”

Pubblicato da: redazione | Ven, 1 Aprile 2022 - 10:00

La paura è quella di vedere compromesso l’impegno e lo studio. A parlare sono gli infermieri risultati idonei alle prove del concorso Pubblico regionale nel 2019, gli stessi che oggi, alla luce della sequela di stabilizzazioni attivate in Puglia, temono di vedere seriamente compromesse le posizioni guadagnate sostenendo ben tre prove d’esame (scritta, pratica e orale).

“I sacrifici da noi affrontati – scrivono – durante questi anni, da un lato per la tutela della salute pubblica, dall’altro per l’intenso studio in vista del concorso non possono essere completamente dimenticati, in omaggio a una inspiegabile logica che vuole quasi “puniti” tutti gli infermieri che operano all’interno di contesti privati o che prestano la loro opera fuori dalla Regione Puglia.

Facciamo particolare riferimento – proseguono – agli articoli divulgati in questi giorni  (intervista del 31 u.s. all’assessore alla Sanità Rocco Palese) ed alla nota  del Dipartimento Promozione della Salute Pubblica prot. N AOO_005/PROT/24/03/2022/0002356, pubblicata il 24/03/22, con oggetto “Procedure conseguenti all’approvazione della graduatoria finale Concorso unico C.P.S infermiere. Disposizioni finali – tabella n 2”., dove si esplicita in maniera inequivocabile e dettagliata che, a detta data, la capienza assunzionale (esclusi i vincitori già conteggiati) è pari alle 1445 unità mancanti nel fabbisogno del personale pugliese.

Alla luce di questi dati, ci poniamo naturali e legittimi quesiti, che desidereremmo girare a codeste Autorità: qual è la ragione per cui non si procede subito al soddisfacimento di quel dichiarato fabbisogno, attraverso lo scorrimento di una graduatoria pubblica e definitiva ed esecutiva di “idonei”, ossia di professionisti già sottoposti ad analitica VALUTAZIONE DEL RISPETTIVO MERITO? Si può costantemente ignorare il basilare principio dell’accesso alla pubblica amministrazione mediante concorso? Non sarebbe plausibile ed etico evitare scelte sbilanciate, inevitabilmente foriere delle solite guerre tra poveri?  Perché la situazione soggettiva di “idonei” per concorso, fino al recente passato sempre tutelata, oggi viene completamente pretermessa?

Temiamo, infatti, che si voglia postergare ogni doveroso atto procedimentale allo scopo di stabilizzare qualsiasi tipologia di contratto in essere, dimenticando, però, che la persistente grave carenza di personale infermieristico nella Regione, nel protrarsi della attuale stasi assunzionale, si traduce nel radicale mancato soddisfacimento del fabbisogno di salute della popolazione pugliese. Questa odierna situazione ci pare contraddica platealmente le dichiarazioni del Presidente Emiliano (pubblicate tramite i canali Telegram dedicati al concorso), secondo cui vi è UN ORDINE DI PRIORITÀ da osservare nelle assunzioni: vincitori à idonei à stabilizzazioni.

La considerazione che rivendichiamo noi infermieri, a fronte di logiche inique e oscure, è solo quella di avere, dopo un’attesa estenuante, dovute e chiare risposte da parte degli organi decisionali. Il concorso per titoli ed esami è stata la sola speranza per chi, nonostante lo stremante lavoro prestato durante l’emergenza Covid, ha studiato facendo appello ad ogni residuo filo delle proprie energie; per chi, lavoratore di aziende private o cooperative, per condizione personale (tanti fra noi hanno familiari a carico) non ha potuto accettare i diversi avvisi pubblici di contratto a tempo determinato. Oggi il privilegio che sembra volersi accordare, con le varie “stabilizzazioni”, anche a chi ha partecipato con meno successo al nostro stesso concorso, finisce col mandare nel dimenticatoio gli sforzi di coloro che sono risultati idonei nel concorso medesimo.

Riteniamo possibilissima, invece, una soluzione più equa, che non ignori totalmente il merito e i sacrifici di chi ha superato un selettivo esame, una soluzione che non privi delle tutele che legittimamente speravano di poter conseguire coi nostri sacrifici. Non possiamo – concludono – essere trattati come ultima ruota del carro né beffati da estemporanee incertezze, che preludono a un ingiustificabile premio a coloro che sono stati assunti esclusivamente con contratti emergenziali”.

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