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Incendi nella Bat, gli agricoltori andriesi: “Che fine faranno i nostri olivi?”

Pubblicato da: Adalisa Mei | Lun, 25 Luglio 2022 - 11:00

Tutti i giorni negli agri del territorio provinciale Bat (Barletta-Andria-Trani) si stanno verificando incendi che stanno distruggendo estensioni intere di oliveti anche ultracentenari, incendi dolosi e non solo.

A causa delle alte temperature l’erba presente nei campi è oramai secca da tempo e parecchi proprietari, anche a causa della crisi economica che sta travolgendo il nostro settore, non hanno tempestivamente provveduto alla bonifica dei propri fondi.  Tanti terzisti hanno evitato di tirar fuori il proprio mezzo perché i costi di gasolio e di manutenzione ordinaria e straordinaria sono diventati molto elevati.

I tanti proprietari, a causa dell’annata di vuota che si apprestano ad affrontare, sono scoraggiati ad effettuare tali lavori perché molto costosi. Il segretario del C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi, Zagaria Natale, dichiara di provare “rammarico nel vedere vaste estensioni terriere con uliveti potati, dove sono stati regolarmente effettuati i trattamenti fitosanitari ma, per la crisi economica che si è verificata negli ultimi mesi, rimasti abbandonati dimenticando l’erba del tutto secca sotto le piante.

Il mercato dell’olio – spiega ancora Zagari – è bloccato da mesi con prezzi poco soddisfacenti che non coprono a volte neppure le spese sostenute durante l’annata di lavorazione. Ma con i rincari che ci sono il nuovo olio che fra qualche mese sarà prodotto, a
che prezzo dovremmo venderlo?  Sei, sette, otto euro il chilo all’ingrosso? Sognare non è vietato ma la realtà diventerà molto difficile per tutti.

Una realtà resa ancor più insostenibile a causa del distacco istituzionale e delle politiche agricole inesistenti a livello locale e centrale. Continuare a far finta di nulla di fronte a queste situazioni significa isolare un settore portante e così determinante per l’occupazione. Per chi vive di agricoltura sentirsi abbandonato è la peggiore sconfitta, la peggiore umiliazione” – conclude Zagaria.

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