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Ssc Bari, un cantiere aperto a dieci giornate dalla fine

Torna la rubrica "Il punto biancorosso" a cura di Nicola Lucarelli. Focus sulla paradossale situazione in casa Bari

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Lun, 4 Marzo 2024 - 17:21

Mancano dieci giornate al termine del campionato, ma il Bari è ancora una cantiere aperto. Quella che potrebbe sembrare una barzelletta calcistica di cattivo gusto, è invece una triste e pericolosa realtà.

Sono trascorsi oltre sei mesi da quando è iniziata la stagione 2023/24 con quel ritiro inutile di Roccaraso, ma non si è ancora compreso quale sia il modulo più adatto per questa squadra e su quali elementi poter contare. Se a questo ci aggiungiamo i tre allenatori che si sono avvicendati  sulla panchina biancorossa, si comprende al meglio la situazione kafkiana in cui si trova la Ssc Bari.

Una rosa costruita male e ‘rinforzata’ peggio, un calciomercato che invece di potenziare la squadra ha creato ancora più disagi e problematiche. Non è un caso che, nella formazione iniziale scesa in campo contro lo Spezia, non figurava nessun nuovo arrivo di gennaio e questo la dice lunga sull’ennesimo flop generato dal Ds biancorosso Ciro Polito: dopo aver sbagliato quasi tutto nel corso del calciomercato estivo, ha continuato a commettere gli stessi errori anche nel mercato di riparazione portando, nel capoluogo pugliese, calciatori non pronti o non adatti ai moduli utilizzati.

Eppure, non ci voleva il miglior Carlo Regalia per capire che si stavano commettendo gli stessi identici errori del calciomercato estivo. Un esempio su tutti: l’arrivo in ‘pompa magna’ di George Puscas. Sia De Laurentiis che Polito (senza dimenticarci l’ex tecnico Marino) parlarono dell’attaccante rumeno come della “prima scelta”, il primo nome in cima alla lista dei desideri. Ma come poteva essere Puscas la soluzione ai problemi offensivi del Bari? Un calciatore che non è mai andato in doppia cifra e che aveva giocato poco o nulla in questa stagione. Ma potremmo fare tanti altri esempi, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa.

Tutto questo comporta una confusione tattica imbarazzante che non sta risparmiando neanche il terzo allenatore stagionale, vale a dire Beppe Iachini. Anche l’esperto tecnico marchigiano deve fare i conti con i problemi atavici di questo organico e sta cercando l’abito migliore per questo Bari. Dopo aver provato  il 4-3-1-2 con alterne fortune, contro lo Spezia ha riproposto il 3-4-1-2 già visto nella trasferta di Catanzaro. Un modulo che aveva anche dato risposte positive in termini di pressing e copetura delle varie zone di campo ma che, per funzionare bene, ha bisogno degli uomini giusti nelle posizioni giuste. Invece, contro lo Spezia, Iachini ha commesso diversi errori a partire dall’impiego di Edjouma in un centrocampo a due, sino allo schieramento fuori ruolo di Morachioli. A parziale discolpa dell’allenatore biancorosso, c’è la poca conoscenza del “materiale umano” a disposizione.

Questo Bari resta quindi un cantiere aperto che, a sole dieci giornate dal termine e con un finale di campionato che si preannuncia particolarmente impegnativo, presenta pochissime certezze. Fatta eccezione per Di Cesare, Benali e Sibilli, sono ben pochi i calciatori sui cui poter far affidamento, col rischio che la mediocrità generale possa inghiottire anche loro.

La squadra scesa in campo contro lo Spezia, ha mostrato poca determinazione e voglia di fare risultato. Emblematico, quanto accaduto negli ultimi minuti di gara con la palla che, invece di viaggiare verso la porta ligure, ha stazionato nei pressi del centrocampo per svariati minuti senza che nessuno si liberasse o provasse a creare qualcosa di pericoloso. Il Bari 2023/24 può essere racchiuso tutto in quei 3-4 minuti di nulla assoluto.

(foto ssc Bari)

 

 

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