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Topi e scarafaggi nei container del Cara di Bari: la denuncia

L'appello per migliorare le condizioni di vita dei richiedenti asilo

Pubblicato da: redazione | Gio, 12 Dicembre 2024 - 11:39
ARRIVI CARA 8

“Dalla morte del nostro amico Bangaly Soumaoro, avvenuta il 4 novembre scorso, e dalle manifestazioni che ne sono seguite, noi abitanti del CARA di Bari Palese e chi ci sostiene ci siamo mobilitati per migliorare le terribili condizioni in cui siamo costretti a vivere. Il 22 novembre abbiamo pubblicato un video che denunciava lo stato dei bagni del CARA: antigienici, spesso allagati, parzialmente rotti e privi di acqua calda. Siamo lieti di constatare che negli ultimi giorni le condizioni dei bagni sono migliorate e ci auguriamo che questo miglioramento sia duraturo. Vorremmo richiamare la vostra attenzione su altri due problemi gravi che stiamo affrontando attualmente nel CARA”. Così si legge in una nota pubblicata da Solidaria Bari.

“Il primo è la 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗶𝗻𝗲𝗿 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶 𝗱𝗼𝗿𝗺𝗼𝗻𝗼. Si tratta di piccole strutture metalliche in cui otto a dieci persone sono costrette a dormire in letti a castello, senza alcuna privacy. Con un numero così elevato di persone in uno spazio così piccolo, è impossibile mantenere lo spazio pulito e ordinato. Siamo costretti a vivere con infestazioni di scarafaggi, topi e cimici. 𝘾𝙝𝙞𝙚𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞 𝙫𝙚𝙣𝙜𝙖𝙣𝙤 𝙞𝙢𝙢𝙚𝙙𝙞𝙖𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙛𝙤𝙧𝙣𝙞𝙩𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙤𝙜𝙜𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙖𝙢𝙥𝙞 𝙚 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙖𝙙𝙚𝙜𝙪𝙖𝙩𝙞 𝙥𝙚𝙧 𝙤𝙨𝙥𝙞𝙩𝙖𝙧𝙘𝙞 𝙙𝙞𝙜𝙣𝙞𝙩𝙤𝙨𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 – continua la nota –  In secondo luogo, 𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗼𝗾𝘂𝗶𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻𝗮𝗰𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶. Quando siamo arrivati, ci è stato comunicato che il tempo di attesa doveva essere compreso tra i tre e i sei mesi. Molti di noi aspettano da oltre un anno e non abbiamo ancora ricevuto un appuntamento. Ci sono anche ritardi estremi nella comunicazione dei risultati del colloquio: alcuni di noi hanno aspettato sei mesi dopo il colloquio per ricevere l’esito ufficiale. Questi ritardi inaccettabili ci lasciano in un limbo mentalmente e fisicamente distruttivo, senza libertà di movimento, vivendo in condizioni affollate e insalubri e senza poter fare progetti per il futuro. 𝘾𝙝𝙞𝙚𝙙𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 𝙞 𝙧𝙞𝙘𝙝𝙞𝙚𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙖𝙨𝙞𝙡𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙣𝙚𝙡 𝘾𝘼𝙍𝘼 𝙨𝙞𝙖𝙣𝙤 𝙖𝙨𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙢𝙞𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙪𝙣 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙞 𝙢𝙚𝙨𝙞”.
“Vorremmo inoltre richiamare la vostra attenzione sulla questione degli orari di apertura del CARA. In precedenza i cancelli si aprivano alle 6.30 del mattino, costringendo coloro che iniziano a lavorare presto, molti dei quali sono lavoratori agricoli, a scavalcare le recinzioni di filo spinato con il rischio di farsi male per arrivare in tempo al lavoro. Ora i cancelli si aprono alle 4.30 del mattino, e questo è uno sviluppo positivo in quanto al rischio intrapreso. Tuttavia, vorremmo sottolineare il fatto che coloro che escono presto per andare al lavoro spesso lavorano in condizioni estremamente precarie, senza contratto, senza busta paga e quindi senza protezione legale o medica sul posto di lavoro. È inaccettabile che si continui a sfruttare i residenti del CARA come lavoratori agricoli. 𝗘̀ 𝘃𝗲𝗿𝗴𝗼𝗴𝗻𝗼𝘀𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗮𝘀𝗶𝗹𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗼𝗰𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶”.

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