Dalla avveniristica Control Room di Bari alle storiche sorgenti di Caposele e Cassano Irpino, passando per il potabilizzatore di Conza della Campania: un itinerario negli hotspot dell’acqua potabile per toccare con mano la complessa gestione idrica di Acquedotto Pugliese (AQP) in questa fase acuta di crisi climatica. Protagonista, il consigliere Fabio Romito, presidente della Commissione regionale Risorse idriche. Ad accompagnarlo, la direttrice generale di AQP, Francesca Portincasa. “Aquedotto pugliese – ha dichiarato Romito – è un patrimonio straordinario per la nostra regione e abbiamo il dovere di fare il massimo affinché in questo momento di transizione si possano mettere in sicurezza competenze, meriti e capacità. Proiettare Acquedotto nel futuro vuol dire rassicurare e ascoltare il capitale umano dell’azienda, che è riuscito a raggiungere traguardi importantissimi. Il futuro deve passare da investimenti infrastrutturali mirati, allargamento delle vie di approvvigionamento della risorsa, lotta agli sprechi e valorizzazione del merito all’interno della società”.
“Acquedotto Pugliese – ha aggiunto la direttrice generale, Francesca Portincasa – studia e affronta le crisi climatiche da tempo. Quella in corso, la quarta da inizio millennio, è particolarmente dura e ringrazio il presidente Romito per l’interesse e il supporto al nostro lavoro. Negli ultimi anni abbiamo messo in campo investimenti record che ci hanno consentito di registrare le migliori performance nazionali nella riduzione delle perdite. Dal 2009 ad oggi, ad esempio, siamo riusciti a recuperare un volume superiore a 100 milioni di metri cubi d’acqua, la quantità di un invaso. E grazie alle migliaia di dati raccolti dai sensori ed elaborati nella Control Room riusciamo sempre più ad adottare scelte data driven che ci consentono di prevenire e gestire i fenomeni e di reagire tempestivamente alle emergenze. Proprio in virtù di questo lavoro oggi resistiamo alla crisi senza subire interruzioni idriche, ma solo con riduzioni di pressione, sempre negli standard della Carta del Servizio, che è necessario mantenere per superare questa fase. Il lavoro proseguirà lungo tre direttrici: il risanamento e la digitalizzazione delle reti, con interventi in corso per 800 milioni di euro su 1.300 chilometri di condotte; il riuso, con 45 nostri depuratori già pronti a sostenere l’agricoltura con oltre 60 milioni di metri cubi d’acqua affinata; la ricerca di nuove fonti, con le interconnessioni ad altre regioni e la realizzazione di dissalatori, i quali potranno dare più autonomia alla Puglia, oggi dipendente per l’80 per cento da risorsa esterna”.
Quello svolto dal presidente della Commissione regionale Risorse idriche, Romito, è stato un viaggio dell’acqua a ritroso verso le fonti. Prima tappa, la nuova Control Room di Acquedotto Pugliese inaugurata nel 2024: è il cervello digitale che con tecnologie innovative raccoglie i dati e coordina le attività del più complesso sistema d’Europa. Seconda tappa, le sorgenti storiche di Caposele, in Campania: da qui viene captata l’acqua del Sele che sin dal 1915, grazie al Canale Principale, disseta la Puglia. Terza tappa, le sorgenti di Cassano Irpino, che dagli anni ’60 contribuiscono all’approvvigionamento della regione. Quarta tappa, l’impianto di potabilizzazione di Conza della Campania, parte dello schema idrico dell’Ofanto. Il complesso sistema di Acquedotto Pugliese nel corso dei 120 di attività si è inoltre sviluppato con gli schemi idrici collegati ai grandi invasi lucani di Sinni e Pertusillo, a quello del Locone in Puglia e quello di Occhito al confine col Molise, oltre ai circa 170 pozzi. Il sistema ad oggi è composto da 6 schemi idrici interconnessi, con 24 mila chilometri di reti idriche, 13 fognarie, 5 potabilizzatori e 185 depuratori, oltre a migliaia di altre opere idriche e fognarie al servizio di 4 milioni di cittadini