Si è conclusa positivamente la vicenda riguardante l’agente di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere minorile “Fornelli” di Bari che si era vista negata la richiesta di turni. La donna, in particolare, secondo quanto emerso, aveva chiesto di poter svolgere un numero maggiore di orari mattutini per poter accudire la figlioletta di tre anni, non affidabile ad altre persone, ma secondo il sindacato autonomo SAPPE, oltre ad ottenere una risposta negativa, sarebbe stata vittima di presunte ritorsioni e azioni vessatorie.
Il caso, che aveva assunto rilevanza anche a livello nazionale, era stato seguito dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, dall’onorevole Maria Carolina Varchi, presidente della commissione Pari Opportunità della Camera, e dai vertici della giustizia minorile. La svolta è arrivata nella giornata di ieri, 18 agosto, in seguito a un confronto tra la segreteria regionale del SAPPE, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, e i responsabili della giustizia minorile regionale. Un dialogo che ha permesso di evitare il ricorso alla magistratura e un possibile irrigidimento delle posizioni.
“Determinante – spiega il Sappe in una nota – il lavoro della dirigente regionale della giustizia minorile, dottoressa Quarto, e del responsabile del “Fornelli”, dott. Petruzzelli, insieme ai vertici romani del settore. L’intesa ha restituito serenità alla lavoratrice, provata da giorni di incertezza e tensione. Abbiamo tutelato i diritti della lavoratrice e, soprattutto, quelli primari di una bambina di tre anni, che non poteva essere l’unica a pagare per le incomprensioni degli adulti”, prosegue il sindacato, che invita tutte le lavoratrici madri in difficoltà a non arrendersi di fronte agli ostacoli. “Anche grazie al loro sacrificio – ricorda il SAPPE – il nostro Paese, che soffre di un grave calo demografico, ha ancora la speranza di non scomparire. E noi saremo sempre al loro fianco per tutelarne i diritti”.
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