Non solo le spiagge: a Bari anche le tariffe degli hotel registrano un aumento significativo. Secondo l’ultimo studio dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat, i prezzi dei servizi di alloggio in città sono aumentati dell’1,8% rispetto a luglio 2024, leggermente sopra la media nazionale (+1,3%). Un dato apparentemente contenuto, ma che nasconde incrementi significativi se confrontati con il periodo pre-crisi: dal 2021, infatti, gli alberghi e le strutture ricettive baresi hanno subito un aumento complessivo del 44%, collocando Bari tra le città italiane con i maggiori rincari negli ultimi quattro anni.
La tendenza nazionale mostra differenze marcate: città come Lucca, Caserta e Rimini guidano la classifica degli aumenti su base annua, mentre Venezia, Milano e Firenze segnano rialzi record dal 2021, con aumenti superiori al 50%. Al contrario, alcune città restano relativamente economiche: Massa-Carrara, Trapani e Parma registrano gli incrementi più contenuti nel lungo periodo.
Secondo l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, «i rincari degli alberghi, sommati a quelli di altri servizi turistici e ai costi delle vacanze, costringono molti italiani a ridurre la durata delle ferie o a rinunciarvi del tutto, soprattutto considerando che i salari restano stagnanti».
A Bari, come in molte altre località turistiche, la crescita dei prezzi si riflette quindi non solo sul portafoglio dei turisti, ma anche sulla competitività del settore, con la sfida di mantenere alta l’affluenza senza scoraggiare i visitatori con tariffe eccessive.