Dall’8 agosto al 16 novembre 2025, Monopoli ospiterà la decima edizione di PhEST – Festival Internazionale di Fotografia e Arte, che si prepara a celebrare un traguardo importante con un cartellone ricchissimo di mostre, installazioni, residenze d’artista e progetti speciali. Una rassegna che guarda al futuro, ma con le radici ben piantate in dieci anni di sperimentazione, relazioni e trasformazione culturale.
Due grandi anteprime assolute aprono la stagione: la mostra fotografica “Jitter Period” del regista Yorgos Lanthimos, che presenta per la prima volta in Italia i suoi scatti enigmatici e sospesi, e la mostra “I Capricci” di Francisco Goya, che porta nel Sud Italia l’intera serie delle celebri 80 incisioni satiriche, concesse dal Museo de Bellas Artes di València. La mostra è curata da Roberto Lacarbonara e Giovanni Troilo.
A fare da madrina all’edizione, sarà Martin Parr, con l’esposizione “Pleased to Meet You”, ritratto ironico e profondo della nostra società, che verrà presentata in presenza del fotografo britannico il 27 e 28 settembre. “Questa decima edizione è un tentativo di rappresentare chi siamo, oggi – chiarisce il direttore artistico Gianni Troilo – Un messaggio in bottiglia visivo che possa attraversare spazio e tempo, raccontando identità, relazioni, paure, desideri, sogni. Un esperimento collettivo, tra memoria e futuro, tra scienza e immaginazione”.
Il tema del festival 2025 è THIS IS US – A Capsule to Space, ispirato al Golden Record delle sonde Voyager della NASA: un viaggio simbolico nello spazio attraverso immagini, suoni e storie capaci di rappresentare l’umanità contemporanea. Il programma riunisce voci visive da tutto il mondo, come Sam Youkilis, Dylan Hausthor, Aleksandra Mir, Deanna Dikeman, Pietro Terzini, Alexey Titarenko, Phillip Toledano, Rhiannon Adam, Lorenzo Poli e Zed Nelson, in un percorso tra visioni quotidiane, memoria, ritualità e crisi ambientali. Ampio spazio sarà dato anche alle residenze d’artista: con la fotografa Arianna Arcara, protagonista di una residenza nella Daunia, e con Piero Percoco, che porta a PhEST il lavoro realizzato in Inghilterra, grazie alla collaborazione con Photoworks UK e l’Istituto Italiano di Cultura di Londra.
Per festeggiare i dieci anni, una grande mostra diffusa ripercorrerà le residenze più significative che hanno attraversato Monopoli e la Puglia: dagli ulivi di Alejandro Chaskielberg ai pescatori di Piero Martinello, dai riti di Sanne De Wilde ai paesaggi sacri di Mattia Balsamini, un archivio visivo collettivo che verrà anche pubblicato in un catalogo dedicato. Importante novità logistica: il Monastero di San Leonardo diventerà il nuovo quartier generale del festival. Dopo anni di chiusura, PhEST ha avviato un progetto di recupero e riattivazione culturale degli spazi, restituendo alla città un luogo storico di grande valore. Qui troveranno spazio mostre come quella di Martin Parr e installazioni site-specific, come quella di José Angelino, Out of the Blue, che ricrea aurore boreali in vitro con gas nobili e sculture in vetro, a cura di Melania Rossi.
Come da tradizione, le giornate inaugurali dell’8, 9 e 10 agosto saranno animate da incontri con gli artisti, visite guidate, momenti performativi e visual talk in collaborazione con l’Università di Bari. Le letture portfolio offriranno a fotografi emergenti e professionisti l’opportunità di confrontarsi con esperti di livello internazionale. Novità di questa edizione è il premio Fujifilm Italia, assegnato a Brigitta Tullo per il progetto Shards of Time Echoes of Space, interamente realizzato con fotocamere instaxTM e selezionato tramite la PhEST Pop-Up Open Call. Il lavoro verrà esposto nel circuito ufficiale del festival.
Foto repertorio ©Alejandro Chaskielberg_03 ©Nico Palmisano