“Le parole di Decaro sembrano quelle di un osservatore esterno, quasi di un esponente del centrodestra: dice di non voler essere ostaggio delle decisioni di chi lo ha preceduto. La realtà è diversa: in quei meccanismi e in quelle decisioni c’era dentro fino al collo, condividendo tutte le scelte strategiche di quel sistema. Oggi, però, cerca di smarcarsi e di presentarsi come il ‘nuovo’, dichiarando di non voler fare il terzo tempo di Emiliano e Vendola. È evidente la contraddizione: non può proporsi come soluzione a un problema di cui è stato protagonista”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre.
“Il post di oggi – sottolinea – appare come una trovata comunicativa della sua nota agenzia di comunicazione: attraverso i social, Decaro dà in pasto ai suoi follower Emiliano e Vendola, i protagonisti del sistema di potere del centrosinistra di cui lui stesso faceva parte. Ma i cittadini pugliesi non sono follower, non sono numeri da spostare sui social in base ai suoi desiderata. Sono persone in carne e ossa, pensanti, con opinioni proprie”. “Dietro questa operazione – evidenzia Melchiorre – c’è anche un chiaro tentativo di smarcarsi dagli scandali della sanità pugliese, dagli arresti dei dirigenti delle aziende pubbliche della Regione, e dalle vicende di Caracciolo e di sua moglie, pur avendo fino a pochi giorni fa presentato il suo libro proprio insieme a questi personaggi”. “Decaro – conclude – dimentica inoltre che lui stesso è stato responsabile politico del commissariamento di tre delle aziende pubbliche del Comune di BARI nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice Interno’. In questo atteggiamento risuona la parabola della trave e della pagliuzza: chi denuncia le ombre negli altri spesso dimentica la trave che ha nel proprio occhio”.