Si fa sempre più insistente l’ipotesi di un incarico nella futura giunta regionale guidata da Antonio Decaro per Michele Emiliano, governatore uscente della Puglia. Secondo quanto riportato da La Repubblica Bari, lo scenario sarebbe legato a un accordo maturato nei vertici nazionali del Partito Democratico dopo il ritiro di Emiliano dalla corsa al Consiglio regionale, lo scorso settembre.
Emiliano, ospite della trasmissione Tagadà su La7, non chiude la porta: “Non ho la più pallida idea. Antonio è imprevedibile”, ha dichiarato collegato dal suo ufficio alla presidenza della Regione. Poi, smorzando i toni delle ricostruzioni politiche: “La mia ultima preoccupazione è il lavoro”.
Dietro l’apparente distacco, però, restano sul tavolo alcune ipotesi concrete. Emiliano sarebbe in pole per uno dei due posti da assessore esterno previsti nella nuova giunta. La delega più probabile è quella allo Sviluppo economico, lo stesso assessorato che nella precedente amministrazione aveva affidato ad Alessandro Delli Noci, poi escluso dalle liste dopo un’indagine della Procura.
Un’altra opzione riguarda un incarico specifico su ex Ilva o emergenze ambientali: un ruolo tecnico-politico che consentirebbe al governo Decaro di avere una figura con lunga esperienza sul dossier del siderurgico di Taranto e interlocutore diretto con Roma. Dopo le tensioni dei mesi scorsi per lo stop alla candidatura di Emiliano, il clima tra i due sembra essersi rasserenato. “Quando lo vedo mi sciolgo”, ha detto il governatore uscente, che guarda anche al proprio futuro politico: l’incarico in giunta gli permetterebbe di restare in campo fino alle politiche del 2027, quando dovrebbe essere tra i candidati del Pd pugliese. Quanto al suo ritorno in magistratura e alle polemiche sullo stipendio, Emiliano taglia corto: “Sono come tutti i lavoratori che rientrano dopo l’aspettativa e ricostruiscono la carriera ai fini della pensione. Mi manca pochissimo: a 67 anni scatta”.