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Obbligavano i camionisti a consegnare alimenti e bevande: altro arresto per due poliziotti della stradale di Taranto

Pubblicato da: redazione | Gio, 12 Aprile 2018 - 13:45
polizia

Due agenti della polizia stradale di Taranto, già posti ai domiciliari il 29 gennaio scorso con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità e sospesi dal servizio, si sono visti notificare una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il reato di concussione in seguito ad indagini avviate dopo la denuncia di altri imprenditori, titolari di ditte adibite alla vendita e al trasporto di bevande ed alimenti, nonché alla distribuzione di carburanti.

Il provvedimento restrittivo, firmato dal gip Paola Incalza su richiesta del sostituto procuratore Maurizio Carbone, è stato emesso nei confronti del 58enne Pietro Galeandro, di Pulsano, e del 54enne Alessandro Vozza, di Carosino. Secondo l’accusa, i due agenti, abusando dei loro poteri, con la minaccia implicita di procedere a continui e pretestuosi controlli, avrebbero costretto gli imprenditori a rifornire loro bevande e prodotti vari o ad erogare quantitativi di carburante per le proprie autovetture, senza pagare o offrendo solo una cifra simbolica.

L’autorità giudiziaria, sulla “scorta delle ulteriori indagini – spiega una nota della Questura – svolte dai poliziotti, e a dispetto dello stato di incensuratezza dei due indagati, ha dato peso alle dichiarazioni rese dai soggetti vessati, rimarcando soprattutto l’inquietante continuità temporale delle gravi condotte contestate e la sfrontatezza da parte degli stessi indagati nel reiterarle con disinvoltura. Da qui il ritenuto pericolo non solo di inquinamento probatorio ma anche di reiterazione dei reati della stessa specie che hanno giustificato l’applicazione della misura degli arresti domiciliari”. Nell’ambito dell’indagine che aveva portato agli arresti di fine gennaio, supportata da intercettazioni ambientali con l’ausilio di telecamere piazzate sulle auto di servizio, gli agenti coinvolti sono invece accusati di aver chiesto denaro (solitamente una banconota da 50 euro), ricariche telefoniche o pesce fresco per non contestare le multe ai conducenti di mezzi articolati o furgoni fermati su strade come la 106 jonica, la SS7 Appia e l’area del mercato.

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