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La lettera dei docenti del Sud trasferiti al Nord: “Mille euro al mese per viaggi e affitti, servono agevolazioni”

Pubblicato da: redazione | Ven, 4 Maggio 2018 - 19:15
Il sit-in di protesta dei "Nastrini rossi", i docenti neoassunti

“Non c’è più tempo da perdere: è ora il momento di cambiare rotta, la “buona scuola” va fermata, ma prima di fare ciò, va protetta quella fetta di Sud che chiede ancora giustizia”. A parlare sono i docenti del movimento “Nastrini rossi”, “deportati” al Nord.

“Alla luce della prima trattativa tra Miur e sindacati di oggi – spiegano –  tutti i comitati di docenti confidano ora, dopo la nuova mobilità che li costringerà ancora al Nord, in una soluzione tampone: le assegnazioni provvisorie da destinare ai docenti di ruolo richiedenti, compresi i colleghi senza titolo del sostegno su tutte le cattedre in deroga destinate agli alunni con disabilità. Questa soluzione è a costo zero per le casse dello  Stato e certamente crea sinergie positive tra il Miur, i sindacati e le istituzioni locali”.

Gli insegnanti chiedono “serenità”. “Non concedere questa opportunità – continuano –  riservata ai lavoratori del pubblico impiego a tempo indeterminato, significherebbe arrecare danno non solo alle famiglie meridionali, ma anche al tessuto sociale perché basta fare due conti con una semplice analisi di microeconomia, ad esempio: l’affitto dell’abitazione al Nord è di almeno 400 euro al mese. A questo si aggiunge la spesa del vitto considerata per ipotesi di 10 euro al giorno per singolo docente. Ciò vuol dire che mensilmente avremo speso 300 euro circa. Sommiamo inoltre i costi relativi alle varie utenze domestiche: acqua, luce, gas, rifiuti e le spese di condominio, che alla fine ammonteranno al costo aggiuntivo di 100 euro mensili. Ricapitolando: 400 affitto, 300 vitto, 100 utenze. Supponiamo poi che il nostro prof “campione” senta ipoteticamente la necessità di tornare a casa per riabbracciare i propri cari che probabilmente non vede da mesi. Consideriamo che il costo aggiuntivo degli spostamenti potrebbe ammontare intorno ai 120 euro tra andata e ritorno, concedendosi un treno e non certamente un aereo che farebbe crescere esponenzialmente i costi, ma non diminuisce i Km che separano le famiglie. È evidente che l’elenco dei costi supera quello dei compensi. Dacendo le somme, se non sbagliamo le addizioni, il nostro docente “campione” ha speso mensilmente 920 Euro”. Con costi in aumento se le città di riferimento sono state Roma, Milano, Venezia o Firenze.

“Qualora le nostre proposte  non siano sufficienti, per tutelare i prof di ruolo sarebbe auspicabile garantire  una indennità di trasferta nelle contrattazioni integrative sindacali a sostegno dei docenti in esilio – concludono –  come ipotizzare convenzioni di tratte aeree, buoni pasto, buoni affitto e qualunque altra misura che possa agevolare la permanenza al Nord, per chi, purtroppo, costretto a restare fuori Regione”.

 

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