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Dagli squali alle meduse giganti: ecco gli effetti della “tropicalizzazione” nel mare di Puglia

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Dom, 15 Luglio 2018 - 07:00

Il mare Adriatico e il mar Ionio sono profondamente cambiati. La flora e la fauna marina hanno subito gli effetti della cosiddetta “tropicalizzazione” e dell’inquinamento. Specie che prima caratterizzavano il mare di Puglia sono scomparse mentre ne sono arrivate altre, tra lo stupore e in alcuni casi la preoccupazione dei bagnanti. Ecco alcuni esempi.

Gli squali

Negli ultimi anni diversi sono stati gli avvistamenti di squaletti da parte di bagnanti. L’ultimo risale a qualche settimana fa dal lido di San Foca a Melendugno, in provincia di Lecce. In tanti si sono fermati sull’arenile per osservare e filmare la pinna dell’animale tra le onde. Lo squalo si è infatti avvicinato a poche decine di metri dalla riva. Come si nota dal video poi pubblicato su Facebook dai bagnanti.

In realtà nel Mediterraneo sono presenti 45 specie di squali che vivono sia in zone costiere di bassa profondità che in aree più profonde. Lungo le coste dell’Adriatico in particolare vivono ben 30 specie diverse di squali. Alcune di queste, come la Verdesca, lo Squalo Volpe e lo Squalo grigio, sono esemplari non pericolosi per l’uomo. Gli avvistamenti hanno riguardato anche squali bianchi, non in Puglia, ma nell’alto Adriatico. In Emilia Romagna l’anno scorso ad esempio.

Meduse giganti

Il loro diametro varia da 50 centimetri a due metri e i tentacoli possono raggiungere più di 30 metri di lunghezza. Sono le meduse  giganti che stanno terrorizzando i mari di Europa e gli esperti dicono che potrebbero arrivare anche da noi.  In Italia nell’estate del 2014 per ben due-tre volte è stata fotografata la Drymonema dalmatinum, parente della Cyanea capillata (l’ultimo esemplare di medusa gigante). Il cambiamento climatico sta aumentando l’arrivo delle meduse soprattutto nel mar Ionio: secondo gli esperti sarebbe proprio il clima il responsabile della modifica delle dimensioni di queste specie.

I granchi tropicali

Sono stati avvistati nel Salento. Sono dei granchi tropicali, con una “corazza” sottile, zampe lunghe e appiattite e un colore rosso-brunastro con venature azzurre. Sono conosciuti come “Corridori atlantici”, originari delle coste atlantiche americane, anche se la loro presenza è stabile già da molti anni lungo il litorale del Pacifico. Furono avvistati per la prima volta nel Mediterraneo nel 1999, lungo le coste di Linosa. Grazie alla loro capacità di adattamento e alle condizioni ambientali favorevoli, nel giro di pochi anni i “corridori atlantici” hanno avuto una notevole diffusione: dalle Baleari a Malta, passando poi per la Sicilia, Campania, Sardegna meridionale, Isola d’Elba.Fino al Salento.

Alga tossica

Alga Tossica In Puglia

Alga tossica In Puglia

L’Ostreopsis Ovata è un’alga di dimensioni microscopiche di origine tropicale che da alcuni anni ha colonizzato numerosi tratti costieri italiani ed è stata probabilmente introdotta accidentalmente nel Mar Mediterraneo attraverso le acque di zavorra delle navi. Questa microalga produce una sostanza tossica che, in determinate condizioni, può provocare danni alla salute. In Puglia è arrivata intorno agli anni duemila e ha causato disagi ai bagnanti. Tanto da portare l’Arpa ad effettuare un bollettino bisettimanale per avvertire della presenza dell’alga, che soprattutto durante le mareggiate, libera tossine che possono causare riniti, congiuntiviti, febbre alta, diarrea, dermatiti. I più colpiti sono anziani e bambini. In caso di presenza di alga tossica viene consigliato di non mangiare frutti di mare crudi, come i ricci.

Caravella portoghese

Allarme nel Mediterraneo per la presenza della Physalia physalis, un Sifonoforo che può raggiungere la lunghezza di 30 metri, con il suo veleno, anzi i “suoi” veleni, molto tossici anche per l’uomo. Una specie che non è abituale dei nostri mari. Vive in acque calde e fluttua tramite un’ampia vela che si trova sul dorso del corpo, per farsi trasportare verso i mari più caldi. In realtà la caravella portoghese è un aggregato di 4 organismi, reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza. Compie tutto il suo ciclo vitale nelle acque dell’Oceano Atlantico. E secondo alcuni esperti è arrivata anche nel Mediterraneo.  Ha più di 10 tipi di veleni diversi sui suoi “tentacoli”. Ogni veleno ha un suo colore. Viene sospinta dal vento e può procedere alla velocità media di 20 metri al minuto; precisamente, le stime più attendibili affermano che percorre tra i 15 e i 28 chilometri al giorno in condizioni di vento favorevole.  Ma nessun allarme per la Puglia. I biologi affermano che è molto difficile che una colonia galleggiante di caravelle portoghesi possa arrivare sulle nostre coste. Nel caso ne può arrivare una sola. Ma non tutte insieme.

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