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Covid, kit diagnostico alternativo creato da ricercatori dell’Università di Bari: “No falsi positivi”

Pubblicato da: redazione | Sab, 11 Luglio 2020 - 11:16

Un team di ricercatori medici dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, coordinati dal prof. Francesco Inchingolo del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (Direttore prof. Carlo Sabbà)  sezione di Odontostomatologia diretta dal Prof. Gianfranco Favia, in collaborazione con la Pham Chau Trinh University of Medicine in Vietnam, hanno brevettato un kit diagnostico che, in maniera semplice ed economica, è in grado di individuare i pazienti affetti da SARS-CoV-2 .

La nuova biotecnologia, alternativa alle metodiche attualmente in commercio verrà anche utilizzata per diagnosticare definitivamente gli asintomatici. La realizzazione di questo kit, al fine di garantire l’assicurazione della quasi eliminazione dei falsi positivi e la maggiore velocità del risultato, è avvenuta con la collaborazione tra l’Ateneo Barese ed istituti accademici e di ricerca esteri, il cui collettore è stato il programma di Visiting Professor, attuale posizione del Prof. Ciro Gargiulo Isacco, medico immunologo, che comporta, con gli studenti ed il personale strutturato di UNIBA, lo scambio di expertise e Know-how con ricadute sulla didattica, ricerca ed innovazione ed in questo caso brevettuali.

Inoltre, con la  Pham Chau Trinh University of Medicine in Vietnam, ed il suo Pro-rettore e co-inventore del Kit prof. Van Hung Pham, Preside della Facoltà di Medicina, medico e dottore di ricerca (Ph.D) in epidemiologia, presidente dell’associazione nazionale vietnamita di microbiologia clinica, past-president presidente della società scientifica nazionale vietnamita di biologia e medicina molecolare (facente parte della più ampia associazione nazionale vietnamita in Biochimica Clinica),  sono stati già da tempo stipulati specifici accordi internazionali  dall’Ateneo Barese.

I Coronavirus sono una vasta famiglia (Coronaviridae) di virus noti per causare malattie nell’uomo che vanno dal comune raffreddore (HCoV) a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV), spiega il Prof. Francesco Inchingolo, che annovera tra le sue specializzazioni anche Igiene e Medicina preventiva.

Ad essi si aggiunge il virus causa dell’attuale stato di pandemia dichiarata in data 11 marzo 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (precedentemente denominato 2019-nCoV) ovvero il SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome – Coronavirus – 2).

“Il kit diagnostico consente di rilevare in poche ore la positività ai 4 Coronaviridae risconosciuti come altamente infettivi per l’uomo. Ciò permette di intervenire precocemente con misure di controllo per impedire la trasmissione del virus ad altri individui” spiega il dott. Andrea Ballini del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica dell’Università degli Studi di Bari ALDO MORO e medico dottorando di ricerca in Scienze Biochimiche e Biotecnologiche presso il Dipartimento di Medicina di Precisione dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”.

Quando si scopre un problema è buona norma cercare anche le soluzioni, ed in questo caso, una volta identificato il virus, si è cercato anche di ottenere una metodica per una diagnosi rapida ed efficace così come si sta lavorando a livello mondiale per eventuali possibili provvedimenti terapeutici, nella fattispecie il materiale anticorpale ed antigenico per lo sviluppo di un potenziale vaccino.

L’intento di includere in questa procedura diagnostica anche diversi membri della Coronaviridae come SARS-CoV, HCoV e MERS-CoV è dovuto principalmente al comportamento atipico del COVID-19. In Italia abbiamo sperimentato dalla fine del 2019 una forma molto inusuale di malattia da influenza polmonare, un’infezione che ha mostrato molti tratti comuni con l’attuale malattia COVID-19.

L’attuale scenario “pandemico” con oltre 12.498.722 di contagi in 188 paesi e 560.215 decessi, richiede test diagnostici per poter procedere con il necessario processo decisionale. Un test diagnostico che da certezza di diagnosi in quanto molto sensibile, come quello della presente invenzione, faciliterà l’organizzazione Mondiale della Sanità e la definizione di tutte le contromisure per affrontare una seconda ondata dell’epidemia prevista per questo autunno, e le sue conseguenze.

L’importante è scegliere il test più affidabile e più realizzabile. Perché sia esteso a tutta la popolazione, deve poter essere effettuato in qualsiasi laboratorio e non solo da professionisti specializzati. La diagnosi viene effettuata grazie all’esecuzione di un esame di reazione a catena della polimerasi a trascrittasi inversa in tempo reale (rRT-PCR) su campioni biologici prelevati dal paziente. Il test può essere eseguito su campioni di espettorato o di sangue. È fondamentale ridurre il più possibile il margine d’errore. La vera sfida è annullare il rischio dei falsi negativi. Inoltre, a seguito dell’Emergenza Covid-19, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico, di concerto con l’Università degli Studi di Bari ALDO MORO, sta provvedendo ad allestire un Laboratorio Covid presso il Padiglione Universitario “Nuovo Complesso delle Scienze Biomediche”.

I risultati della metodologia sono stati recentemente pubblicati sulla rivista internazionale European Review for Medical and Pharmacological Sciences https://www.europeanreview.org/article/21713.

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