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Nada, la musica come continua ricerca di sé

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Dom, 5 Dicembre 2021 - 14:00
Nada a Sanremo

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Senza un perché” Per molti è ancora l’adolescente che ha conquistato l’Italia con “Ma che freddo fa”, per altri una delle cantautrici più originali e coraggiose della scena contemporanea. Nada. Un nome particolare il suo, frutto di un incontro tra la madre e una zingara.  La donna, leggendole la mano, le aveva predetto che avrebbe avuto una figlia femmina e che questa avrebbe avuto un grande successo nella vita; da qui la scelta di chiamarla proprio come quella donna.

Nada infatti nel 1969, spinta da sua madre, a non appena 15 anni, approda sul palco di Sanremo con “Ma che freddo fa”, canzone che le cambia letteralmente la vita. Così giovane, così acerba ma con una voce matura, potente. Il suo è un look audace per l’epoca: un vestito molto corto e stivali alti coordinati fanno di lei un’adolescente ribelle. Il singolo non le regala la vittoria ma sbarca subito al primo posto in hit-parade restandoci per mesi.

Nada,“Il pulcino di Gabbro” Èlite nel ’71 che Nada, soprannominata “Il pulcino di Gabbro”, sua città natale, si classifica prima all’Ariston al fianco di Nicola Di Bari, cantando uno storico successo: “Il cuore è uno zingaro”. Ma i primi anni ’70 sono per la giovanissima cantante toscana un periodo complesso, turbolento, nel quale è letteralmente costretta dalla sua etichetta discografica a lasciare la scuola e a dedicarsi esclusivamente al canto.

Proprio mentre però è ormai decisa a partire in America e mollare tutto, le viene proposta una collaborazione con Piero Ciampi, paroliere e musicista di spicco ed è grazie a lui che inizia ad ascoltare ed affacciarsi al panorama musicale inglese e americano, a scoprire nuovi mondi.

Nada torna sui suoi passi e inizia collaborazioni con quelli che ad oggi sono cantautori di successo: Paolo Conte, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, e in quello stesso periodo arriva quello che è definito il suo più gran successo, la hit dell’estate dell’83, “Amore Disperato”.

Oltre 3 mila copie vendute, il brano diventa un vero e proprio tormentone pur non essendo vincitore di quell’edizione di Sanremo. Protagonista del brano è una ragazza bellissima, tanto bella da sembrare un angelo, ma annoiata dalla vita, dalla gente, incapace di innamorarsi. Poi un giorno un colpo di fulmine, quell’amore così atteso, che però si rivela non essere quello sperato ma anzi si trasforma in un amore disperato.

Senza un perché”Le canzoni di Nada non hanno a che fare con il tempo, non possono essere localizzate in un preciso momento o periodo storico, e forse per questo sono capaci di unire e incantare intere generazioni.

Esempio è proprio “Senza un perché”, appartenente all’album del 2004 “Tutto l’amore che mi manca”.

La parola “niente” compare nel testo innumerevoli volte, 12 per l’esattezza, e probabilmente sta proprio ad enfatizzare e sottolineare la vanità di ciò che ci circonda. La bellezza di quello che viviamo dura esattamente per quel momento, poi resta nulla. Trascorriamo il nostro tempo cercando, tra la folla, la nostra identità; passiamo la vita a cercare, affetto, completamento, a chiedere perdono, a dare un senso alle cose, alle persone, perennemente in bilico tra leggerezza e disperazione. Il ritmo del brano è lento, quasi sognante, la voce apparentemente nebulosa, intorpidita, ma al tempo stesso profonda. Il tutto riporta ad un’atmosfera che potremmo definire underground.

“Senza un perché” è però un brano silente, fino al 2016 quando Sorrentino sceglie di utilizzarlo nella sua serie “The Young Pope”. Lo definisce un brano intimo, sfuggito al grande pubblico e alla radio. Da quel momento il brano inizia a scalare le classifiche delle piattaforme di streaming, diventando poi una delle canzoni più ascoltate dell’artista su Spotify, seconda solo ad Amore disperato.

Nada vede nella musica la continua ricerca della bellezza e proprio per questo la sua carriera, anche dopo 50 anni, è una continua evoluzione verso nuovi orizzonti. Quella “bambina che non voleva cantare”, oggi è un’artista che dà forma alla musica attraverso la sua persona, consapevole di poter comunicare in libertà tutto quello che porta dentro.

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