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Usura e Covid, la Consulta: “Cresce l’impoverimento, in ginocchio la classe media”

Pubblicato da: redazione | Mar, 14 Giugno 2022 - 13:00
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Sono stati 164, sensibilmente aumentati rispetto all’anno 2020, i casi trattati in materia di sovra indebitamento da parte di 18 Fondazioni, in collaborazione con gli OCC competenti; questo strumento. Assommano a un totale di quasi 800mila euro, importo aumentato rispetto all’anno 2020, i 196 interventi effettuati complessivamente nel corso del 2021 in materia di microcredito da parte di 10 Fondazioni associate.

Secondo la Fondazione antiusura la condizione pandemica ha reso ancor più inclinato il piano sul quale, da tempo quelli che, di fronte alla crisi economica del decennio precedente, avevano cercato appigli nell’economia informale; coloro che, pur avendo un lavoro, percepivano stipendi appena sufficienti a stare a galla e, infine, una gran parte del ceto medio, spinta via via lungo il declino, dall’incapacità di reggere ai ripetuti lockdown e alla spirale inflattiva.

L’accelerazione dell’impoverimento di quella che un tempo veniva definita classe media apre scenari inquietanti. In particolare, in un Paese come il nostro, in cui esiste una endemica illegalità, nei mesi scorsi ha destato particolare preoccupazione il rischio di una possibile saldatura tra disagio sociale e criminalità organizzata, che non esita a mettere a disposizione dei poveri l’enorme disponibilità di denaro sporco con il cosiddetto welfare criminale.

La classe media e soprattutto negozianti, artigiani, piccoli imprenditori, divenuti improvvisamente incapaci di onorare i debiti che avevano contratto in tempi migliori, sarebbero sempre più tentati di cercare una illusoria via di fuga, cedendo alla proposta di chi è pronto a offrire soldi facili senza chiedere troppe garanzie in cambio, salvo poi far pagare a caro prezzo il denaro prestato o a impossessarsi dell’attività di chi non può pagare. In questo quadro, il rischio di cadere nella trappola del sovra indebitamento e di una recrudescenza dell’usura è stato più volte sollevato da parte delle Fondazioni antiusura. Uno scenario inquietante, cui purtroppo si aggiungono gli effetti della nuova crisi bellica, finendo col mettere in discussione anche le più ottimistiche previsioni di inizio anno, soprattutto a causa della vertiginosa crescita dei costi dell’energia. E a pagarne lo scotto maggiore sono le famiglie economicamente più precarie, le quali, con pervicace incisività, vedono mortificata la propria capacità di spesa, se non addirittura di sussistenza.

Lo squarcio profondo, aperto dalla pandemia di Covid-19 e dall’emergenza sanitaria e sociale, ha reso ancor più evidente l’importanza strategica del Terzo Settore, sensibilmente più capace, rispetto al Mercato e all’attuale sistema di Welfare statale, di farsi, a un tempo, risposta ai bisogni e motore di sviluppo, per il riscatto dei più deboli.

In un contesto che andava producendo nuove sacche di povertà materiale ed educativa, anche la Consulta Antiusura e le Fondazioni associate si sono sentite chiamate a fare la propria parte e a porsi al fianco di enti pubblici, organizzazioni e singoli cittadini, con una spiccata capacità di adattamento alle esigenze emergenti. Così la Consulta Nazionale, come tutte le Fondazioni, hanno dovuto aggiornare la propria forma giuridica e, ai nuovi scenari normativi, delineati dal decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017 (il cosiddetto Codice del Terzo Settore), e per volontà unanime dei propri soci (riunitisi in Assemblea Straordinaria lo scorso 29 marzo), ha ulteriormente rafforzato, sancendolo nel nuovo Statuto, il proprio ruolo di “Rete Associativa”.

Nel Comitato di Solidarietà si esaminano e si delibera sulle domande di accesso ai benefici del Fondo di Solidarietà, provenienti dalle Prefetture, delle vittime dei reati di estorsione e di usura; a favore delle prime, lo Stato corrisponde un’elargizione a fondo perduto pari al danno subito a beni mobili o immobili, al mancato guadagno ovvero a lesioni personali; a favore delle seconde, solo se esercenti attività economica, lo Stato concede un mutuo senza interessi pari al danno usurario subito per effetto degli interessi usurari, di altri vantaggi usurari e del mancato guadagno, rimborsabile in dieci anni. Nei casi non assistibili con l’ausilio dei fondi statali, per mancanza dei requisiti minimi richiesti dalla normativa, 24 Fondazioni hanno attinto alle proprie riserve disponibili per intervenire con garanzie, sovvenzioni a titolo gratuito e beneficenze. I numeri che emergono parlano di un totale di 565 casi trattati per oltre un milione di euro.

 

 

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