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Dalle scorie dell’industria dell’acciaio i carburanti solari, lo studio dell’Università di Bari

Pubblicato da: redazione | Gio, 7 Luglio 2022 - 18:00

Un team di ricercatori del dipartimento di Chimica dell’Università di Bari (P. Pisani, M. Casiello, A. Monopoli, A. Nacci e L. D’Accolti), del CNR-ICCOM (Istituto di Chimica dei composti Organometallici), di Bari (C. Fusco) e Firenze (W. Oberhauser) e in collaborazione anche con CNR-Nanotec (F. Fanelli) di Bari e con il Centro di Ricerca e Sviluppo di Acciaierie d’Italia con sede a Taranto (R. Attrotto), ha pubblicato un lavoro sull’uso della scoria di acciaio come catalizzatore della fotosintesi artificiale. Questo lavoro consente di ottenere i cosiddetti solar fuels (carburanti solari) impiegando unicamente prodotti di scarto dell’industria dell’acciaio, a cominciare dalla CO2 e dall’acqua di lavorazione del processo siderurgico (i reagenti) e per finire alla scoria di acciaio (il fotocatalizzatore).

In quest’ottica, il protocollo aderisce pienamente ai principi dell’economia circolare, facendo proprie le indicazioni della Comunità Europea che invita ad usare come catalizzatori per l’industria i cosiddetti “non critical materials”, sostituendo i semiconduttori che sono normalmente molto costosi ed arrivano da zone di crisi. Il processo va considerato come pioneristico per due ragioni: i) per la prima volta un materiale di scarto di grande disponibilità e a basso costo è in grado di promuovere un così importante processo chimico che abbatte, con gli ovvi benefici effetti sull’ambiente, il principale gas-serra la CO2, , e ii) è uno dei pochi casi noti nei quali un materiale isolante come la scoria (essenzialmente costituita da Alluminato di calcio), in virtù della presenza delle impurezze di ferro, può fungere da fotocatalizzatore, sostituendo i tradizionali e più costosi semiconduttori comunemente impiegati a questo scopo (ad es. l’ossido di titanio).

Il valore aggiunto di questo lavoro è rappresentato dalla collaborazione tra Ricerca Pubblica (Università, CNR) e ricerca privata di una grande azienda pugliese (ADI) con l’intento comune di realizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica cosi come era stata declinata già nel 1987 dalle Nazioni Unite. “Development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs”

https://www.nature.com/articles/s41598-022-15554-3

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