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Diagnosi precoce dei tumori del fegato, nuova piattaforma diagnostica al “de Bellis” di Castellana

Pubblicato da: redazione | Sab, 5 Novembre 2022 - 15:00

Diagnosticare precocemente l’insorgenza del tumore del fegato, epatocarcinoma, da oggi sarà possibile presso i laboratori di ricerca dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte. Una modernissima strumentazione è stata acquistata dall’Irccs pugliese con i fondi raccolti dal 5XMille destinati alla ricerca. Consente il dosaggio simultaneo di tre biomarcatori: Alfa-fetoproteina, Des-gamma-carbossi protrombina e Alfa-fetoproteina fucosilata su di un unico campione di sangue.

“L’epatocarcinoma è una delle neoplasie più maligne ed aggressive, la chirurgia rappresenta a tutt’oggi la terapia più efficace ma limitata ai casi diagnosticati precocemente, di qui l’importanza di disporre di una diagnostica efficace per individuare precocemente la sua insorgenza e poter offrire ai pazienti una migliore aspettativa di vita”, sottolinea il Direttore Scientifico prof. Gianluigi Giannelli.

Il passo avanti della ricerca scientifica è rappresentato dall’aver ottimizzato il metodo per dosare questi biomarcatori e poter quindi disporre di dati assolutamente affidabili. “I dati della letteratura internazionale – prosegue Giannelli – suggeriscono l’impiego di un algoritmo che includa questi biomarcatori insieme ad altri dati del paziente per porre la diagnosi di epatocarcinoma con una accuratezza maggiore del 90%. L’Istituto “de Bellis” validerà l’efficacia di questo algoritmo come strumento per predire l’insorgenza dell’epatocarcinoma, delle recidive dopo terapia nonché della risposta alla terapia, aprendo quindi nuovi orizzonti nel governo clinico di questa malattia letale”, conclude Giannelli.

”L’Istituto de Bellis è sempre sensibile alle esigenze del territorio ed il supporto della ricerca scientifica e dell’innovazione sono fondamentali per migliorare l’attività assistenziale”, dichiara il Direttore Generale Tommaso Stallone che mette in risalto come “l’acquisto di questa strumentazione sia stato reso possibile grazie al contributo del 5×1000, devoluto dai contribuenti in favore dell’Istituto che ha investito le risorse finanziarie per offrire una nuova ed unica diagnostica al cittadino”.

 

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