Nel pieno della stagione autunnale, prima che faccia capolino l’inverno, può succedere che ci siano alcuni giorni di bel tempo. Quest’anno, per la verità, il bel tempo si è prolungato un pò di più. Ma la tradizione vuole che se c’è tempo bello, proprio intorno alla prima metà del mese di novembre, si senta spesso parlare di Estate di San Martino. Non si tratta di un colpo di coda dell’estate, ma piuttosto di un vero e proprio fenomeno avvolto da miti e leggende di origine cristiana che sono entrati a far parte della credenza popolare.
La sua durata è espressa da un famoso detto popolare che recita: “L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino”. In realtà la durate del periodo mite, con assenza di precipitazioni e prevalenza di schiarite, non ha un limite specifico secondo la scienza. Oltre a questo l’Estate di San Martino si verifica nell’emisfero boreale proprio in concomitanza del giorno in cui si celebra il Santo.
Una leggenda narra che un giorno d’autunno – molto probabilmente proprio l’11 novembre – mentre usciva a cavallo da una delle porte della città di Amiens, in Francia, Martino si imbatté in un uomo molto povero, nudo e infreddolito. In quel giorno, in cui era proprio il maltempo a farla da padrone, San Martino si impietosì e decise di aiutare il povero. Senza pensarci due volte tagliò il suo mantello di lana per donargliene metà. Di fronte a quel nobile gesto, la pioggia dopo pochi istanti smise di cadere, il cielo si aprì e spuntò il sole, facendo diventare la temperatura subito più mite. Martino quella notte sognò Gesù che gli rivelò di essere lui il mendicante al quale aveva donato il mantello. Quindi leggenda vuole che, ogni anno, ci sia un’interruzione dalla morsa del freddo per commemorare quanto aveva fatto quell’11 novembre.
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