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Caso Bari, D’Attis “La lotta alla mafia si fa con i fatti”

Il deputato di Forza Italia torna sul Caso Bari

Pubblicato da: redazione | Mar, 1 Ottobre 2024 - 17:24

“Come tutti ho il diritto di esprimere liberamente il mio pensiero e non saranno tre parlamentari del Pd a limitarlo. Ci sono comuni che sono stati sciolti per vicende più blande rispetto ad altri casi di conclamata infiltrazione mafiosa. Il Comune di Bari, per quello che riguarda le sue società partecipate, è stato accusato dalla Procura distrettuale antimafia di aver subito un alto grado di infiltrazione. Soprattutto l’Amtab, partecipata al 100% dal Comune, si è rivelata una società asservita ai clan. Davanti a una cosa del genere dovrebbe manifestarsi profonda preoccupazione degli amministratori comunali che, per il principio del controllo analogo, gestivano Amtab. Io ho espresso sempre e solo queste preoccupazioni che sono di chi crede che la lotta alla mafia si faccia con i fatti”. Così torna sulla vicenda del comune di Bari Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Antimafia alla Camera, in una intervista al Corriere del Mezzogiorno.

“Qualcuno dice che Bari è stata ‘vigilata speciale’ ma non mi permetterei mai di suggerire al ministro Piantedosi cosa deve fare e sono fiducioso che vengano presi i giusti provvedimenti in una vicenda in cui si è fatta troppa comunicazione. Del resto l’ex sindaco Decaro, nei mesi scorsi, mi avvertì del fatto che egli disponeva di un’ottima società di comunicazione. Mi fece capire – prosegue D’Attis – che se avessi continuato ad occuparmi di Bari, egli avrebbe messo in moto nei miei confronti un meccanismo di delegittimazione ed è quello che è avvenuto tanto che mi ha paragonato ai peggiori clan criminali. Volutamente ha dato una visione distorta di questa vicenda, tesa al vittimismo e finalizzata ad alimentare il consenso e nessuno, nel centrodestra, me compreso, ha mai indicato dei conniventi, dei responsabili o dei colpevoli, nelle figure politiche. Soprattutto quelle di spicco. Tutti abbiamo fatto – conclude l’esponente azzurro – riferimento solo ad una grave situazione di infiltrazione nelle società partecipate, come dichiarato dalla Dda di Bari”.

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