L’approvazione della modifica della legge elettorale della Regione Puglia, che prevede la doppia preferenza di genere, è “un importante passo in avanti rispetto a una discussione che andava avanti da anni e ci ha visti anche commissariati proprio per la mancanza del rispetto delle norme sulla doppia preferenza”, eppure “si è persa un’occasione per fare della Puglia un riferimento a livello nazionale nell’affrontare in modo innovativo il tema delle differenze di genere nella rappresentanza politica”. Lo sostiene in una nota la segretaria regionale della Cgil Puglia, Filomena Principale, in riferimento alla norma approvata dal Consiglio regionale pugliese che prevede la possibilità per l’elettore di esprimere due preferenze purché di genere diverso.
“Non aver immaginato alcun tipo di penalizzazione per le liste che non rispettano la proporzione 60/40 tra i sessi – prosegue – prevedendo solo una decurtazione dei rimborsi elettorali, ci sembra la dimostrazione di un certo potere maschile che non si riesce a scalzare”. “Erano possibili mediazioni avanzate senza arrivare all’esclusione delle liste – aggiunge – ma si è preferito non andare fino in fondo alla riforma. Di fatto non cambia nulla rispetto all’ultima tornata elettorale, ma la Puglia si allinea a livello normativo a tutte le altre regioni”. Principale evidenzia infine che “cinque anni fa le donne che sedevano nei consiglio regionali in Italia erano il 21,3% del totale dei consiglieri. La Puglia era ultima con appena il 9,8%, quota quasi raddoppiata dopo l’ultima tornata elettorale. Toccherà ora ai cittadini fare il miglior uso della legge”.