Oltre 4.500 euro in contanti, ma tutti falsi. È questo il valore delle 116 banconote contraffatte sequestrate dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Taranto nell’ambito di un’operazione mirata a contrastare il fenomeno del cosiddetto “falso nummario”. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno puntato a ricostruire l’intera filiera della contraffazione, partendo anche dal singolo detentore di una banconota falsa per risalire ad eventuali ipotesi di reato connesse, come truffa e riciclaggio.
A dominare la “classifica” dei tagli sequestrati ci sono i 20 euro (52 pezzi per un valore di 1.040 euro) e i 50 euro (51 pezzi per 2.550 euro). Seguono le banconote da 100 euro (9 pezzi, 900 euro complessivi) e, in misura minore, quelle da 5 euro (3 pezzi) e da 10 euro (1 pezzo). Nessuna traccia, invece, di tagli da 200 e 500 euro. Un ruolo importante nelle indagini è svolto anche dal Centro Nazionale Analisi della Banca d’Italia, che periodicamente trasmette alle Fiamme Gialle le banconote riconosciute come false per ulteriori approfondimenti investigativi, al fine di individuare possibili legami con altri episodi criminosi sul territorio tarantino.
La lotta alla falsificazione della moneta rientra tra le competenze primarie affidate per legge alla Guardia di Finanza, con l’obiettivo di proteggere la sicurezza della circolazione dell’euro e salvaguardare la fiducia dei cittadini nella moneta unica. Un’attività che unisce funzioni di polizia economico-finanziaria e di polizia giudiziaria, volta non solo a prevenire, ma anche a reprimere i reati contro il patrimonio.
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