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Morti sul lavoro, Puglia in zona rossa: 27 vittime in soli sei mesi

Il report

Pubblicato da: redazione | Gio, 7 Agosto 2025 - 07:54
foto freepik

I numeri parlano chiaro: nei primi sei mesi del 2025 sono 27 i lavoratori morti in Puglia, una cifra che colloca la regione nella zona rossa per incidenza di infortuni mortali secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre. Il dato regionale si inserisce in un bilancio nazionale ancora più drammatico: 502 le vittime sul lavoro in Italia, 33 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un incremento del +7%.

A livello nazionale, si registrano 362 decessi avvenuti in occasione di lavoro e 140 in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro. Proprio questi ultimi sono aumentati del 33% rispetto all’anno scorso, facendo emergere una dinamica sempre più preoccupante. Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, non usa mezzi termini: “Siamo giunti alla fine del primo semestre e il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile. Ancora una volta i dati ci dicono che non riusciamo a ridurre il numero degli infortuni mortali sul lavoro, una piaga che si mantiene su valori sempre simili negli ultimi anni”.

La Puglia si affianca ad altre sei regioni in zona rossa, dove l’incidenza supera del 25% la media nazionale di 15,1 morti ogni milione di lavoratori: si tratta di Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Abruzzo e Campania. In termini assoluti, è ancora la Lombardia a detenere il triste primato con 56 vittime, seguita da Veneto (36), Campania (33), Sicilia (31), Piemonte (29) e, appunto, Puglia con 27.

Il report rileva come il settore delle costruzioni resti il più colpito, con 53 decessi nei primi sei mesi dell’anno, seguito da attività manifatturiere (50), trasporti e magazzinaggio (47) e commercio (38). A livello settimanale, il lunedì si conferma il giorno più critico: è in quel giorno che si è verificato oltre il 22% degli incidenti mortali, seguito da venerdì e martedì.

Colpiti soprattutto i lavoratori più anziani: l’incidenza più alta riguarda gli ultrasessantacinquenni, con 47,3 morti ogni milione di occupati, seguiti dalla fascia 55-64 anni, che registra anche il numero assoluto più alto di vittime (130 su 362). Ma a pagare un prezzo altissimo sono anche i lavoratori stranieri, con un’incidenza di 29,8 morti ogni milione di occupati, più del doppio rispetto agli italiani, fermi a 13,4. Le vittime straniere sono 108, di cui 75 morte in occasione di lavoro e 33 in itinere.

Anche le donne non sono escluse da questa tragica contabilità. Sono 43 le lavoratrici decedute nel primo semestre del 2025, di cui 21 in occasione di lavoro e 22 in itinere. Sul fronte delle denunce di infortunio, il report segnala un leggero calo rispetto al 2024: 299.130 in totale contro le 299.303 dello scorso anno. Le attività manifatturiere restano il settore con più segnalazioni (33.441), seguite da costruzioni (17.740), sanità (17.484), commercio (15.624) e trasporti (15.456). Un infortunio su cinque riguarda un lavoratore straniero, per un totale di 60.867 denunce, di cui 51.427 per incidenti avvenuti durante l’attività lavorativa. L’Osservatorio sottolinea come l’indicatore più significativo resti l’indice di incidenza: un dato che, al netto della diversa distribuzione della forza lavoro nelle regioni, consente di valutare il reale livello di rischio. E in Puglia, oggi, quel rischio è ancora troppo alto.

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