“Nel progetto per il ponte di Messina cosa è successo? Essendo un ponte di dimensioni inusitate, molto più grande di quello che esiste attualmente nel mondo, ci sono delle problematiche da affrontare”. Così il professore Michele Ciavarella, ordinario di Progettazione Meccanica del Politecnico Di Bari analizza il futuro progetto del ponte di Messina e le criticità legate all’impossibilità di effettuare delle prove per verificare la staticità e la resistenza della futura struttura. Tra i problemi c’è quello del fretting (fenomeno che provoca danni quando le superfici metalliche entrano in contatto per sfregamento ripetuto o movimento ciclico di scorrimento) che su un ponte avviene sui cavi.
“Questi cavi sono dei fili paralleli – spiega Ciavarella – che sono ogni tanto raggruppati con degli anelli di contenimento e che vanno a finire su delle selle che sono quei punti più alti delle torri, ora in quelle selle inevitabilmente avviene il fretting, bisogna capire questo fretting quanto danneggia questi cavi: questo non si capisce se non si fanno delle prove. C’è tutta una contestazione per esempio da parte del professor Risitano che è un mio collega illustre, adesso in pensione di Catania, che ha detto che queste prove bisognerebbe farle, ma al tempo stesso non si possono fare o si possono fare solo in misura ridotta“.
Altro problema è l’assenza di ingegneri meccanici nel comitato tecnico – scientifico che potrebbero studiare meglio il fenomeno.
Qui i dettagli dello studio