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Vaccini “fuori lista” a Bari, 53 indagati: tra gli imprenditori anche De Bartolomeo

Pubblicato da: redazione | Mer, 28 Aprile 2021 - 09:21

Aggiornamento ore 13. C’è  Domenico De Bartolomeo, ex presidente di Confindustria Puglia, tra gli indagati nell’inchiesta sui furbetti dei vaccini. L’imprenditore sarà interrogato il 30 aprile, assistito dal suo legale Michele Laforgia. Indagato anche l’altro imprenditore Nicola Canonico e il sindaco di Noicattaro Raimondo Innamorato. Altre 26 persone saranno sentite dagli inquirenti baresi il 10 maggio. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di violazione del piano vaccinale nazionale che stabiliva l’ordine di priorità della categoria di cittadini da vaccinare, di false dichiarazioni sulla identità, di truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale e di falso ideologico.

I fatti. Salgono a 53 gli indagati nel fascicolo della Procura di Bari per truffa aggravata e falso relativo ai presunti «furbetti» dei vaccini. Ai primi 27 indagati, tra i quali ci sarebbero noti imprenditori baresi, è stato notificato dai carabinieri del Nas l’avviso di garanzia con invito a rendere interrogatorio. Saranno ascoltati dal pm Baldo Pisani il 30 aprile. Gli altri 26, ai quali ancora non è stato notificato alcun avviso di garanzia, saranno convocati per i giorni successivi. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che questi 53,  nelle prime settimane di campagna vaccinale, a gennaio, avrebbero ricevuto dosi di vaccini anti-Covid pur non avendone diritto.

Tra i 53 ci sono 20 indagati, soprattutto residenti a Bari ed Altamura (Bari), che risultano vaccinati come operatori sanitari, ma non lo sono. Si tratterebbe, ad esempio, di dipendenti di studi medici oppure di impiegati di aziende che hanno rapporti professionali con gli ospedali. Il falso ideologico e il falso in documentazione informatica riguarderebbero l’errata compilazione dei prestampati delle persone sottoposte a vaccinazione: per questo – è l’ipotesi accusatoria – i vaccinatori sarebbero stati complici dei vaccinati. La truffa è ipotizzata invece – sempre in concorso con il personale sanitario da identificare – perché alcune dosi sono state tolte agli aventi diritto. (ANSA).

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