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Bari, la protesta inascoltata dei pescatori: “Mestiere in estinzione, mille euro di gasolio ogni giorno”

Pubblicato da: Daniele Leuzzi | Lun, 7 Marzo 2022 - 17:30
pescatori santo spirito

Marinerie in stato di agitazione, da Bari a Monopoli e lungo tutta la costa pugliese. I pescatori preferiscono incrociare le braccia piuttosto che subire l’aumento del costo del gasolio. “E’ un lavoro in estinzione”, ci raccontano.

La mobilitazione nazionale della Coldiretti – che coinvolge anche autotrasportatori, allevatori, agricoltori – nelle prossime ore dovrebbe causare una riduzione della disponibilità di pescato nei mercati rionali e nei punti vendita (o favorire l’importazione). A Santo Spirito, alcuni pescherecci sono da ieri ormeggiati alle banchine, e lo saranno per l’intera settimana, in segno di protesta.

Il prezzo medio del gasolio per la pesca è aumentato del +90% rispetto allo scorso anno. “Questo costringe i pescherecci a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero – racconta Alessandro Fiorentino, vicepresidente dell’associazione non profit Marinai di Santo Spirito –. D’altronde del gasolio non possono farne a meno: ne usano dai 700 ai 1000 litri al giorno, che costano 600-1000 euro”.

“Se prima poi usufruivano di un abbattimento dell’80% dei contributi sui marinai, ora l’esenzione è scesa al 60% e questo decurta ulteriormente l’incasso finale. Per 72 ore di lavoro alla settimana (dichiarate) non arrivano neanche a mille euro e la paga ai marinai dipendenti, gliela devono comunque assicurare. Mio padre ha preferito farmi studiare e non continuare la tradizione di famiglia. All’inizio non capii la sua scelta, quando morì abbiamo demolito un peschereccio da 13 tonnellate”, conclude.

Oggi nel borgo a nord di Bari resistono solo sei pescherecci, che svolgono attività a strascico da tre a sei miglia dalla costa. Il loro nomi, tutti con un riferimento religioso: San Michele, San Luigi, Nuova Sirena, Nuova Rebecca, Sant’Anna, Nuova Maria Immacolata. “Fino a 20 anni fa c’erano almeno nove banche – ricorda Oronzo, marinaio 80enne che ha trascorso oltre 40 anni in mare – oggi ci sono pochi giovani disposti a fare questo lavoro perché non si riesce ad avere profitto”.

In altre città, da Termoli a Mola di Bari gli equipaggi stanno addirittura consegnando il ruolino necessario per la messa in mare alle rispettive capitanerie. “Esprimo sostegno e vicinanza alla categoria dei pescatori – scrive in una nota il sindaco di Mola, Giuseppe Colonna – un grido di allarme, mercoledì prossimo a Roma ci sarà un incontro al Ministero, perché si prendano al più presto provvedimenti”.

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