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La canguro terapia per la crescita dei neonati prematuri

Riduce la mortalità neonatale

Pubblicato da: redazione | Mer, 21 Maggio 2025 - 15:43
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Ridurre la mortalità neonatale, aumentare i tassi di allattamento al seno, migliorare la crescita ponderale e degli altri parametri antropometrici. Sono alcuni degli benefici della Kangaroo Care, o anche canguro terapia, considerata uno degli interventi più efficaci per promuovere il benessere dei neonati pretermine. “Molto recentemente sono stati pubblicati nuovi studi sul valore neuroprotettivo di questa cura”, afferma Massimo Agosti, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), in vista della giornata mondiale dedicata, il 15 maggio, intitolata quest’anno “Tra le mie braccia, cresci”. “La quantità di Kangaroo Care durante l’ospedalizzazione correla significativamente con migliori punteggi nelle scale di neurosviluppo a 12 mesi”.

L’Oms raccomanda la terapia come cura di routine, indicando che deve essere iniziata il prima possibile e deve durare per 8 o più ore al giorno, con sedute di almeno 2 ore. “Diversi meccanismi possono essere in gioco per spiegare le relazioni osservate tra il contatto pelle a pelle della KC e un miglior neurosviluppo”, spiega Agosti. “La riduzione dello stress e la regolazione autonomica, il miglior legame tra neonati e genitori durante la degenza che facilita la relazione, l’attenzione e l’apprendimento anche più tardi nella prima infanzia. Infine, fornendo una stimolazione neuronale positiva, può direttamente contribuire alla maturazione cerebrale e alle abilità neurocognitive”.

Effetti positivi di questo “abbraccio che cura” si riscontrano anche sulle capacità di resilienza delle madri, sull’incidenza di infezioni neonatali, e recenti evidenze indicano che la pratica consente il trasferimento di un microbioma favorevole dalla madre al bambino, riducendo la colonizzazione con batteri patogeni. Diversi autori hanno mostrato che la sollecitazione a proseguirla nei neonati prematuri, dopo la dimissione a casa, consente un miglior accrescimento ponderale e degli altri parametri antropometrici. C’è un crescente interesse a studiarne l’applicazione anche ai neonati a termine e a quelli cosiddetti “late preterm”, per cui potrebbe presentare vantaggi quali la riduzione dei livelli di bilirubina neonatale, la riduzione degli effetti delle pratiche dolorose e una migliore prevenzione dell’ipotermia.

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