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Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson – Recensione

Pubblicato da: Raffaele Caporaso | Mer, 22 Marzo 2023 - 08:58
Anomalisa, poster

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Arriva nei cinema italiani il nuovo lungometraggio (d’animazione) ideato, scritto e diretto da Charlie Kaufman: Anomalisa. Per chi non lo sapesse, Kaufman è la mente dietro alcuni film indipendenti, divenuti negli anni dei veri e propri cult, come Se mi lasci ti cancello, Essere John Malkovich e Confessioni di una mente pericolosa, pellicole che come poche hanno saputo narrare il “dramma” dell’esistenza umana, e dell’angoscia e della gioia che da essa conseguono.

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Anomalisa racconta del viaggio di lavoro a Cincinnati del protagonista Michael Stone, un inglese trapiantato negli USA, che di lavoro fa il “motivatore”, scrivendo libri e tenendo conferenze nelle quali, con il potere delle sue parole, indirizzare e guidare una vasta moltitudine di persone a scoprire il loro vero potenziale per affermarsi in maniera ottimale nella vita.

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Quello che avvertiamo sin dal principio è che in realtà sotto la patina dell’uomo di successo, Michael è un uomo profondamente disilluso, annoiato e triste, incapace di provare alcuna gioia nella sua vita. Di più, l’uomo è talmente schiavo della sua condizione dal non riuscire più a distinguere le persone che incontra nel suo quotidiano, dalla famiglia alla sua audience lavorativa: Michael “vede” tutti uguali, con lo stesso volto e la stessa voce. Il suo tedium vitae ha trasformato il suo mondo in una miscela indistinta di facce e rumore, un circolo vizioso soffocante che lentamente lo sta uccidendo, facendolo sprofondare in un male oscuro quale è la depressione.

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Giunto nel suo hotel di Cincinnati, dopo aver provato a trovare un “brivido” contattando una sua vecchia fiamma che risiede in loco, proprio nel momento di massima consapevolezza e brutale accettazione della sua condizione, Michael sente una voce diversa, che si differenzia dal “coro”, dove per coro intendiamo un brusio di tonalità assolutamente identiche tra loro. Immediatamente, il protagonista si mette alla ricerca di questa “anomalia”, questo “errore di sistema” che si personifica in una donna di nome Lisa. Lisa è una persona fin troppo normale, una donna non particolarmente piacente, ma per Michael tutto questo non ha importanza, perché “AnomaLisa” potrebbe rappresentare davvero la sua salvezza dall’ineluttabilità dell’esistenza e dalla (sua) condizione umana. In un arco temporale di circa ventiquattr’ore, scopriremo il fato dei due protagonisti.

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La nuova opera di Kaufman, da lui scritta e diretta (assieme a Duke Johnson) è un lungometraggio dotato di una carica empatica soverchiante, raccontata in maniera schietta e realistica, senza filtri: il tutto si traduce in un’analisi sincera, e amara, della condizione umana.

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Paradossalmente, la scelta di mostrare qualcosa di così vero, rinunciando al live-action, e quindi ad attori in carne e ossa, sostituiti da “pupazzi”, si rivela essere, alla fine, la chiave di volta che rende Anomalisa qualcosa di davvero unico. La decisione di dare la stessa faccia e la stessa voce a tutti i personaggi, eccezion fatta per i protagonisti Michael e Lisa, è altamente funzionale a raccontare in modo originale l’appiattimento e la stereotipizzazione dell’umanità nel caos entropico del divenire.

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La visione del mondo di Michael, e indirettamente di Kaufman, è quella che la razza umana, al giorno d’oggi, è metaforicamente paragonabile a quella di burattini nella mani di un invisibile burattinaio, inevitabilmente condannati a seguire la propria “programmazione”, apparentemente senza via di fuga alcuna.

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In conclusione, Anomalisa è un film che racconta uno spaccato di vita di un uomo diverso, ma normale nella sua diversità (con pregi e tanti difetti), in un realtà sin troppo normale e per questo aberrante. Angosciante e interessante allo stesso tempo, questo lungometraggio farà probabilmente anche discutere, e troverà in disaccordo una buona fetta del suo pubblico. Ma proprio in questo risiede la sua bontà.

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