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Un patrimonio di tradizioni e ricordi, Bari perde 16 piccoli cinema

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:08

BARI – I cinema erano un punto di riferimento dei quartieri. Quasi ogni rione ne aveva uno. Bari ne era ricchissima, prima che la crisi e i multisala pian piano ne decretassero la fine.

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A Santo Spirito c’era il Rizzi, in via Napoli: fu costruito negli anni Quaranta. Durò ben quarant’anni, fin quando i proprietari non decisero di abbassare definitivamente le saracinesche. A Palese c’era l’Impero. Una struttura maestosa, di colore rossastro, di proprietà di una famiglia dell’ex frazione, i Martino. Fu realizzata sempre negli anni Quaranta ed aveva sia una saletta interna sia un’arena esterna. Oggi è rimasto solo un immobile abbandonato, una discarica a cielo aperto. A Carbonara sorgeva lo storico Carella che ha resistito dagli anni Venti fino ai primi del Duemila.

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Il Libertà era uno dei quartieri più ricchi di cinema. C’era il Jolly che sorgeva in un cortile di via Sagarriga Visconti, l’arena Giardino oggi trasformata in un parcheggio nell’ex Manifattura, il cinema Redentore, che sorgeva alle spalle dell’omonima chiesa: aperto negli anni 50, durò fino agli anni Ottanta. Ed ancora il Supercinema, tra via Bovio e via Ravanas che durò poco meno di dieci anni.  Al San Paolo c’era poi il Fantarca, nato da un preesistente cinema a luci rosse il Vittoria: è resistito fino al Duemila.

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Anche il Murattiano e il quartiere Madonnella hanno subito decine di chiusure. L’Oriente di corso Cavour è stato trasformato in una sala bingo e poi è entrato a fare parte della struttura dell’omonimo hotel. Il Margherita, sia teatro che sala cinematografica, chiuso nel 1979, il Kursaal messo all’asta e diventato di proprietà della Regione, con l’obiettivo di realizzarci una “Casa delle musiche”. Ma per il momento i buoni propositi sono rimasti sulla carta. Il Nuovo Palazzo di corso Sonnino ha chiuso l’attività cinematografica ed è rimasto solo teatro.

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Al di là dei binari sorgevano i cinema Odeon di via Re David, Orfeo di via Lattanzio (trasformato per un certo periodo anche in una sala bingo, poi chiusa) e l’Ambasciatori di via Toma: quest’ultimo ha resistito fino al 2013.

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L’ultima chiusura, molto sofferta nel quartiere tanto da fare nascere un comitato di protesta, è stata quella dell’Armenise di via Giulio Petroni. Poche settimane fa si è proceduto allo smantellamento delle due sale e della storica insegna. Al suo posto dovrebbe sorgere un palazzo con appartamenti e locali commerciali. Il Comune era riuscito a strappare ai nuovi proprietari la promessa di riservare due spazi al piano terra per il cinema, a patto però che qualche privato si facesse avanti per la gestione. Nel frattempo si è aperto un fronte di indagine: la Regione ha chiesto al Comune chiarimenti in merito alla mancata consegna della valutazione ambientale strategica prima di approvare, nel 2014, la variante urbanistica al piano particolareggiato di Carrassi che ha consentito la demolizione del cinema Armenise.

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Gli unici che riescono ancora a resistere sono l’Abc, il Piccolo, l’Esedra e lo Splendor, riuniti nel circuito d’autore.

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E poi ci sono il Galleria e il Royal, che da piccoli cinema sono diventati multisala. Combattendo così la crisi.

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