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Il Trono di Spade 6×02 – Recensione

Pubblicato da: Francesca Romana Torre | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:18
Tyrion Face Aux Dragons

Una puntata ricca di tensione, la 6×02 de Il Trono di Spade, andata in onda ieri sera in Italia su Sky Atlantic. Dopo un inizio soft, gli autori ci hanno scosso con un episodio zeppo di colpi di scena che aprono scenari interessanti sul futuro di Westeros e dintorni.rnrnRispetto alla prima puntata, alcune sottotrame sono state messe da parte, motivo per cui non sappiamo che succede a Dorne o come se la passa la Khaleesi Daenerys (Emilia Clarke), ma possiamo consolarci con ritorno di Bran Stark (Isaac Hempstead-Wright) e delle sue visioni. Finalmente anche il quartogenito di casa Stark riappare, mostrandoci una scena del passato remoto della sua famiglia. Attraverso il suo potere di muoversi tra passato e futuro con la sola forza della mente, finalmente riusciamo a vedere in volto la giovane Lyanna Stark, colei che con la sua bellezza ha sconvolto le sorti di Westeros e dei suoi abitanti. La chicca, tuttavia, è nella comparsa del giovane Hodor, che in realtà si chiama Wylis e che scopriamo che un tempo parlava: ecco che si pone un interrogativo cruciale, che è successo a Wylis, cosa o chi lo ha fatto diventare Hodor?rnrnSpostiamoci a Approdo del Re, dove assistiamo allo scontro frontale tra Jaime Lannister e High Sparrow. Che ci stiano simpatiche o meno le due regine, Cersei e Margaery, la figura di High Sparrow e dei suoi scagnozzi è diventata, nel corso della serie, sempre più ingombrante e inquietante. Occorreva, dunque, qualcuno che lo guardasse dritto negli occhi e che lo rimettesse al posto suo: questo compito è toccato a Jaime (Nikolaj Coster-Waldau). Peccato, però, che il pio uomo abbia le spalle molto più coperte di quanto il Lannister possa immaginarsi e che ridimensionare lui e i suoi sarà un compito piuttosto impegnativo. Non dubitiamo che la sete di vendetta di Cersei agevolerà questa ardua missione.rnrnLa regina madre dei Lannister ha perso il suo primato di crudeltà della serie, da quando è comparso Ramsay Bolton (Iwan Rheon). Il bastardo di casa Bolton in questo episodio si conferma essere uno dei personaggi più spietati, sadici e emotivamente nulli della storia della TV. In confronto a lui, Hannibal Lecter sembra quasi una brava persona. In questa seconda puntata, oltre a rovesciare le sorti della sua casata, dimostra di non avere alcun freno, né negli affetti, né nei valori. Per fare una citazione illustre, certe persone vogliono solo veder bruciare il mondo.rnrnNon tutti i Lannister vengono per nuocere, non dimentichiamoci dell’esistenza di Tyrion (Peter Dinklage). Qualsiasi cosa faccia, basta dargli un po’ di spazio perché renda la puntata ancora più degna di essere vista. In questo caso, poi, il Mezzo Uomo ha ben due momenti che lo rendono, nonostante la sua statura, un gran bel personaggio. La frase “Questo è quello che faccio. Bevo e so le cose” (I drink and I know things, that’s what I do), rilasciata nel teaser, contestualizzata nel dialogo di questa seconda puntata risulta davvero azzeccata e scommettiamo che girerà parecchio tra i fan, data la sua carica iconica (un po’ come You know nothing Jon Snow, è già stata stampata sulle t-shirt). Il secondo momento che ci ha lasciati a bocca aperta vede il piccolo, grande Lord confrontarsi con niente di meno che i due draghi rimasti a Mereen, che come due cuccioli abbandonati, soffrono per la mancanza di Daenerys e rifiutano il cibo. Il nano, che beve e sa le cose, capisce che due draghi deperiti o morti possono essere utili alla causa di riconquista delle lande occidentali, per cui si rimbocca le maniche e decide di rischiare la vita per convincere le terribili bestie sputafuoco a nutrirsi. Il dialogo tra Tyrion e i draghi, dove uno comunica a parole e gli altri con gli sguardi, è una scena che toglie davvero il fiato.rnrnLeitmotiv della puntata, Ciò che è morto non muoia mai, ovvero il motto di casa Greyjoy che riecheggia dalla seconda metà della puntata in poi, insinuandosi nell’orecchio dello spettatore e assolvendo alla duplice funzione di riportare all’attenzione del pubblico la stirpe di marinai e pirati delle Isole di Ferro e di preparare il colpo di scena annunciato del finale nel Castello Nero. Un modo intelligente e raffinato di creare aspettativa su un avvenimento, parlando di tutt’altro: arriviamo così a Jon Snow (Kit Harington), che giace morto nelle fredde stanze del Castello Nero.rnrnL’epilogo della visita del Lord Comandante nell’oltretomba, sebbene non abbia realmente stupito nessuno (probabilmente una scelta davvero straordinaria sarebbe stata lasciarlo morto, come tutti gli altri defunti del Trono di Spade), è riuscito comunque a tenerci col fiato sospeso fino all’ultimo secondo: sarà che non sapevamo come e quando sarebbe successo, sarà che l’attesa è stata dosata nell’ultimo anno con grande maestria, tra spoiler, fughe di notizie e finte dichiarazioni degli attori, ma fino agli ultimi istanti in cui Jon ha aperto i suoi occhi neri (dettaglio fondamentale, come saprà chi segue la serie), gli autori sono riusciti a farci dubitare dell’indubitabile.rnrnChe cosa implicherà il ritorno di Jon Snow nel gioco del trono di Westeros? Quando si ricongiungeranno i superstiti di casa Stark (non dimentichiamoci del piccolo Rickon disperso da qualche parte vicino alla Barriera)? Cersei avrà la sua vendetta su Approdo del Re? Daenerys riuscirà a rimettersi in marcia con i suoi draghi?rnrnI dubbi rimasti in piedi sono ancora tanti, attendiamo le risposte che avremo (speriamo) nelle prossime puntate.rnrn rnrn rnrn 

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