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Dai park and ride a via Sparano: Bari e i suoi cambiamenti (tra le proteste)

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:27
La Cattedrale, via Argiro prima con le auto e dopo senza. Via Sparano come sarà e come è

Dai parcheggi interrati ai park and ride. Dalla chiusura alle auto a Bari Vecchia alle pedonalizzazioni. Dai cantieri in corso come il waterfront di San Girolamo a quelli pronti a partire come via Sparano. A Bari, negli ultimi anni, dal piano Urban in poi, ci sono stati numerosi cambiamenti, sia dal punto di vista “strutturale” che di mentalità. Cambiamenti che sono stati sempre anticipati da forti proteste.rnrnI park and ride e i parcheggi interratirnrnI parcheggi di scambio sono nati nel 2004. Sono tre: a Pane e pomodoro, su corso Vittorio Veneto (diviso in due:  lato terra e lato mare) e a Largo Due giugno. In dodici anni sono stati in grado di togliere dal centro dodici milioni di auto, un milione all’anno. Un flusso incredibile di vetture che altrimenti avrebbero intasato le vie del Murattiano, facendo innalzare l’inquinamento atmosferico. Dalle poche auto dei primi mesi fino alle cifre di questi ultimi anni, il park and ride ne ha fatta di strada. Anche se il progetto di realizzarne un quarto, a Poggiofranco, non è andato mai in porto.rnrnPoi c’è l’altra faccia della medaglia. I parcheggi interrati. In progetto ce ne erano tre: in piazza Giulio Cesare, piazza Cesare Battisti e corso Cavour. Le proteste sono state tantissime, così forti che i primi due sono stati realizzati, ma del terzo non se ne parla più. In prima fila gli ambientalisti che consideravano gli interrati attrattori di traffico e pericolosi per la falda sotterranea. Dopo piazza Giulio Cesare sono cominciati gli interventi per piazza Cesare Battisti: un cantiere infinito, sequestrato anche dalla Magistratura. Oggi il parcheggio è una realtà, frequentato da studenti, professori universitari, impiegati pubblici e amanti dello shopping e del cinema.rnrnPiste ciclabilirnrnLa prima vera pista ciclabile è stata realizzata in viale Unità di Italia. Un importante asse di scorrimento che era intasato da auto parcheggiate su entrambi i lati. La pista ha tagliato di netto decine di posti macchina, tra le proteste dei residenti e di coloro che parlavano di un percorso “dal nulla al nulla”. Oggi è frequentata da centinaia di ciclisti e pian piano è stata collegata con il parco Due Giugno. Anche se dall’altro lato, quello sull’estramurale Capruzzi, i ciclisti si ritrovano in mezzo alle auto. Dal “nulla al nulla” è diventato dal “parco al nulla”.rnrnVia via di piste ne sono state realizzate diverse: quella su corso Vittorio Veneto (ridotta rispetto al progetto iniziale), in corso Mazzini (anche se si sta ancora aspettando il prolungamento fino a piazza Massari). Ogni nuova strada costruita è stata dotata di un percorso ciclabile. Non sempre però tenuto bene.rnrnPiano Urban, ztl e pedonalizzazionirnrnL’immagine di Bari Vecchia è cambiata a cominciare dal primo piano Urban che ha restituito alla città la prestigiosa ricchezza del centro storico. Con la trasformazione radicale di piazza del Ferarrese e piazza Mercantile che sono diventate il fulcro della movida per molti anni, così come per anni ci sono state forti contrapposizioni tra residenti e gestori dei locali. Bari Vecchia ha poi acquistato una seconda vita con la zona a traffico limitato. Un provvedimento fortemente osteggiato: decine sono state le riunioni, le assemblee contro la chiusura alle auto.rnrnMa alla fine cosa è successo? Oggi il centro storico, a cominciare dalle sue piazze più importanti, è stato liberato dalle macchine. I vicoli sono stati alleggeriti dai gas di scarico anche se i motorini scorrazzano tranquillamente. E alcune auto riescono comunque ad entrare.  Perché i controlli non sempre vengono assicurati.rnrnSulla scia delle chiusure al traffico sono cominciate le pedonalizzazioni. La più importante è stata quella su via Argiro. Qui le proteste non sono mancate, da parte dei commercianti preoccupati e dei residenti. Le promesse su via Argiro però sono state tante e non tutte sono state rispettate. La strada, che oggi ha acquistato una sua identità, ha però delle mancanze: l’unico posto dove sedersi è ai tavolini dei bar.  Delle panchine e degli arredi promessi non c’è neanche l’ombra. Anzi l’intenzione dell’attuale amministrazione è di non metterli proprio.rnrnAltra pedonalizzazione contestata è stata quella di via Roberto da Bari (primo isolato dalla parte dell’Università): anche in questo caso è stato chiuso un isolato con la promessa di riqualificarlo e per il momento non è stato fatto nulla. I lavori sono stati comunque inseriti nel piano triennale. L’ultima chiusura contestata è quella di via Suppa: qui a ribellarsi sono stati i commercianti e i residenti preoccupati per una questione di sicurezza. Ma i primi giorni di stop alle auto non sono andati come forse l’amministrazione sperava: caos agli angoli, macchine parcheggiate in doppia e tripla fila e motorini ovunque. La sperimentazione durerà fino al 12 giugno. Anche qui c’è un progetto di restyling, per ora su carta.rnrnCantieri dal waterfront a via SparanornrnPoi ci sono i cantieri e i lavori completati. Al di là del Petruzzelli, del parco di Punta Perotti (sul futuro del quale c’è ancora una grande incognita), ci sono interventi che hanno cambiato o cambieranno le abitudini dei baresi. Uno di questi è il waterfront di San Girolamo: con 15 milioni di euro dalla prossima estate il lungomare a nord di Bari sarà completamente rimesso a nuovo, grazie anche alla realizzazione di quattro spiagge. Un altro cantiere che partirà in autunno è quello di via Sparano. La strada simbolo dello shopping barese sarà sottoposta ad un restyling profondo che porterà all’eliminazione dei vasconi centrali e delle 24 palme (che saranno spostate in altri giardini). Saranno realizzati sei salotti tematici, sistemate telecamere, un nuovo impianto di illuminazione. Ma i rendering dell’architetto Guendalina Salimei, vincitrice del concorso di idee, stanno creando una fortissima contestazione che ha portato alla costituzione di un comitato che conta oltre 13mila iscritti, all’intervento anche di critici come Vittorio Sgarbi e all’annuncio di manifestazioni di protesta e di raccolte firme se il Comune non bloccherà la gara. Cosa che l’amministrazione non ha fatto e il bando è stato pubblicato. Per non perdere i 4 milioni e 607mila euro stanziati per il progetto.

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