C’è una vicenda riguardante le riottosità della Comunità europea a riconoscere le origini (in generale) dei prodotti, che fa dire anche ad altri Paesi: via dalla Ue.rnE’ il caso del dossier “Made in “ fermo da oltre un anno a Bruxelles per la forte resistenza di Gran Bretagna e Germania , notoriamente Stati a vocazione terziaria (Asia) o poco manifatturieri.rnTempo fa, si era deciso di circoscrivere l’etichettatura a 3 settori: abbigliamento, calzature e ceramiche. Ora che dall’Unione è uscita la G.B. si sta lavorando per indurre i tedeschi ad un “Made in “ limitato ovvero utilizzarlo anche quando la lavorazione è parzialmente effettuata all’estero e limitatamente alle apparecchiature elettroniche tedesche.rnL’Italia, come al solito, rimane a guardare. Come” l’asino tra i suoni” di Pavlov. E Renzi fa solo ciance, toscano qual è!
Il “Made in” fermo a Bruxelles per colpa di Germania e Gran Bretagna
Pubblicato da: Vito Raimondo | Mer, 22 Marzo 2023 - 09:58
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