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Lecce, omicidio della 16enne: il ministro Orlando avvia verifiche su operato del Tribunale. Il killer: “Ero innamoratissimo”

Pubblicato da: redazione | Gio, 14 Settembre 2017 - 14:33

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha avviato tramite l’ispettorato accertamenti preliminari sulla Procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c’erano le denunce della mamma di Noemi Durini contro il fidanzato 17enne della ragazza, che ha confessato l’omicidio. La prima commissione del Csm ha chiesto al comitato di Presidenza l’apertura di una pratica sul caso.

E’ stato il 17enne reo confesso, ieri, ha far ritrovare il cadavere della vittima: Noemi aveva il cranio sfondato da una grossa pietra, il volto irriconoscibile e ferite su varie parti del corpo prodotte verosimilmente da animali selvatici: per questi motivi, oltre che per la decomposizione del cadavere, non è stato finora possibile accertare le cause della morte di Noemi Durini nè se sul corpo siano presenti coltellate. Bisogna quindi aspettare – si apprende da fonti inquirenti – l’esito dell’autopsia che la Procura per i minorenni disporrà nei prossimi giorni.

“L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione”. E’ questo un altro particolare che l’omicida della sedicenne avrebbe rivelato agli investigatori durante il lungo interrogatorio che si è concluso la notte scorsa nella stazione dei carabinieri di Specchia (Lecce), interrogatorio avvenuto alla presenza del difensore del ragazzo. ”L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”, avrebbe detto agli inquirenti. Il cadavere della sedicenne è stato trovato ieri, sepolto dalle pietre, a 11 giorni dalla sua scomparsa

L’avrebbe uccisa – ha raccontato il 17enne – con lo stesso coltello che Noemi Durini aveva portato con sé. “Ho reagito – questo il racconto del ragazzo – di fronte all’ ostinazione di Noemi a voler portare a termine il progetto dello sterminio della mia famiglia”. “Ero innamoratissimo di lei”: avrebbe detto anche il 17enne. “Dopo lo sterminio della mia famiglia volevamo fuggire a Milano”, ha aggiunto. Ricostruzione che non convincere gli inquirenti.

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