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Bari, crac Ferrovie Sud Est: 15 persone rinviate a giudizio, c’è anche Fiorillo

Pubblicato da: redazione | Gio, 26 Luglio 2018 - 15:07
Fiorillo

Il gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia ha rinviato a giudizio 15 imputati e ha ratificato un patteggiamento al termine dell’udienza preliminare sul crac da 230 milioni di euro di Ferrovie Sud Est. A partire dal 3 ottobre saranno processati per i reati, a vario titolo contestati, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, di dissipazione e distrazione di fondi, Luigi Fiorillo, già commissario governativo, legale rappresentante e amministratore unico della società, e altri 14 tra ex amministratori della società e imprenditori. Ha patteggiato la pena a 1 anno e 9 mesi Giorgio Garrone, piemontese di 61 anni, ex consulente di Fse, che dovrà anche pagare 100mila euro di risarcimento danni e rinuncerà all’azione civile nei confronti della società in quanto creditore.

L’udienza si è celebrata nell’aula bunker di Bitonto. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2001-2015, fino a quando Fse è stata commissariata e poi acquistata da Ferrovie dello Stato, parte civile insieme con i ministeri dei Trasporti e dell’Economia. Esclusa la Regione Puglia che ha annunciato che riproporrà la richiesta di costituzione di parte civile nella prima udienza del dibattimento. Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate dai pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dall’aggiunto Roberto Rossi, Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci e esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto. Tra i fondi dissipati ci sono circa 27 milioni di euro di consulenze legali, altri 53 milioni di euro per la gestione di servizi informatici, 2 milioni di euro per la gestione dell’archivio storico e spese di carburante per 14 milioni di euro. Dal primo febbraio scorso Fiorillo e altri cinque degli odierni imputati sono detenuti agli arresti domiciliari. Nell’ambito dell’udienza preliminare le difese hanno chiesto la revoca delle misure cautelari e il giudice deciderà entro domani.

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