Era chiamata “miss preferenze” l’ex assessore alla Regione Anita Maurodinoia. Lo sottolinea il gip Paola Angela De Santis nell’ordinanza che oggi ha portato ad 8 arresti (uno in carcere e 7 ai domiciliari) e due divieti di dimora per presunto voto di scambio. Gli investigatori ricordano che l’indagato Armando De Francesco già nel 2014 “è risultato eletto consigliere circoscrizionale presso il 1 Municipio del Comune di Bari, competizione cui aveva partecipato quale candidato nella lista elettorale del ‘Movimento politico Schittulli’, nell’ambito del quale, al tempo, gravitava Anita Maurodinoia (sino ad allora aveva presieduto l’assemblea consiliare della ex Provincia di Bari), anche quest’ultima in quella competizione eletta al Consiglio comunale di Bari con clamore mediatico per via del risultato legato al numero di preferenze a lei attribuite (la più suffragata con oltre 3000), guadagnandosi il titolo di miss preferenze”. Il successo elettorale di Maurodinoia è andato crescendo e nel 2019 ha raccolto 6.234 voti alle comunali di Bari e circa 19.700 voti alle Regionali del 2020.
Secondo gli inquirenti a Sandro Cataldo, marito della Maurodinoia “viene da più parti riconosciuto un non indifferente peso decisionale, una penetrante influenza su tutto e tutti, elettori compresi, adulati, indotti e convinti a votare il candidato da egli di volta in volta sostenuto anche attraverso condotte corruttive”.
Cataldo è stato sottoposto agli arresti domiciliari per corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagata anche sua moglie per lo stesso reato e che per questo oggi si è dimessa. Nell’ordinanza si legge che l’influenza di Cataldo derivava anche dai risultati ottenuti con il suo movimento Sud al Centro e “dall’incredibile e crescente successo elettorale tributato a sua moglie”. Cataldo, inoltre, ha “dimostrato di tenere oltremodo alla ricerca ed all’intrattenimento di contatti, soprattutto con soggetti che ricoprono rilevanti cariche nell’ambito delle amministrazioni comunali, perlopiù facenti capo alla città metropolitana di Bari, della ex Provincia e della Regione Puglia, nonché presso altre amministrazioni pubbliche, anche ambito sanitario, ovvero enti ed Agenzie regionali”. In una circostanza sarebbe riuscito anche a ottenere un certificato medico falso per quello che è ritenuto il suo “braccio destro”, Armando Defrancesco, promettendo al medico del presidio territoriale di Triggiano il “proprio interessamento presso la direzione sanitaria dell’Asl Bari, quale fondatore ed esponente di spicco del movimento politico Sud al centro nonché marito dell’assessore regionale Anita Maurodinoia, e quindi in virtù della propria capacità di influenza”. Ne dà notizia l’Ansa.