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João Silva: “Mi sono proposto a Longo e ascolto l’inno del Bari!”

Il 'doppio ex' ha raccontato le sue avventure nel Bari e nella Salernitana e svelato inediti retroscena

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 13 Marzo 2025 - 16:53

Dopo la positiva prestazione contro la capolista Sassuolo, il Bari torna al San Nicola per affrontare la Salernitana, formazione impelagata nei bassifondi del campionato cadetto, ma reduce dal prezioso successo interno contro il Modena.

Per trattare i vari temi di questa gara, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Salernitana, João Pedro Pereira Silva (noto solo come João Silva), che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

João Silva, possiamo definirla il giramondo del calcio? Portogallo, Inghilterra, Bulgaria, Italia, Cina, Grecia e Arabia Saudita…

“In realtà non volevo allontanarmi dal mio paese, anzi. Avrei voluto girare di meno, ma le circostanze hanno voluto così. Dopo aver fatto bene in Portogallo, sono stato all’Everton segnando 12 reti. Poi l’avventura al Levski Sofia. In seguito sono arrivato in Italia per una sfida importante come quella del Bari”.

Ha militato in campionati molto diversi tra loro. Dove si è trovato meglio e dove meno?

“Sono stato bene quasi ovunque. Probabilmente il calcio inglese era quello più adatto alle mie caratteristiche. Ma anche in Italia mi sono trovato bene: dal punto di vista tattico è uno dei campionati migliori”.

Attualmente in quale club milita?

“Sono tornato nel mio paese, in Portogallo. Gioco nell’FC Felgueiras 1932, nella seconda Liga portoghese”.

Lei è un classe ’90. Ha intenzione di giocare ancora per altre stagioni?

“La mia fortuna è stata quella di non aver mai subito infortuni gravi. Sto bene e sono integro fisicamente. L’intenzione è quella di giocare per qualche altro anno”.

Cosa vuol fare ‘da grande’ João Silva?

“Ho approfittato dei cinque-sei mesi in cui sono stato fermo per fare il corso da allenatore UEFA B. Ho preferito stare fermo, piuttosto che accettare delle proposte estere che non mi convincevano, prima di trasferirmi al Felgueiras. Mi ritengo una persona in grado di gestire l’aspetto psicologico del calciatore”.

Tra le varie esperienze in giro per il mondo, anche quella in Italia. Fu il Bari a portarla nel Bel Paese dal Levski Sofia. Ricorda il trasferimento?

“Purtroppo il Levski aveva problemi finanziari e non pagava gli stipendi, così decidemmo di rescindere il contratto. L’ex allenatore dei portieri mi conosceva e parlò di me all’ex tecnico del Bari, Nunzio Zavettieri. In seguito mi giunse la telefonata del direttore sportivo Angelozzi, che mi invitò a visitare Bari insieme alla mia compagna. L’impatto con la città fu ottimo, così decisi di accettare l’offerta biancorossa”.

Nel Bari raccolse 40 presenze e realizzò 8 reti, con una Serie A solo sfiorata. Ma quante emozioni…

“Esperienza bellissima, anche se all’inizio è stato difficile perché la squadra aveva problemi, così come la società. Poi a gennaio ci sbloccammo mentalmente, tirando fuori il massimo da noi stessi. Il resto della storia lo conoscete…”.

Come sicuramente ricorderà, il nome “João” è molto pesante a Bari. Proprio in questi giorni, il suo “quasi” omonimo João Paulo è tornato in biancorosso…

“Me ne hanno parlato, ma avere un nome simile all’idolo brasiliano non mi ha caricato di responsabilità”.

Dopo il campionato con il Bari, altre tre esperienze nel campionato italiano con Palermo, Avellino e Salernitana, prossima avversaria del Bari. Che esperienza fu?

“Difficile. Non mi diedero fiducia, perché arrivavo da una squadra rivale come l’Avellino. Poi il mister dell’epoca non mi diede tante possibilità, facendomi giocare anche fuori ruolo. Poi ebbi un piccolo infortunio, così a fine stagione decisi di andare via”.

Il Bari di Moreno Longo è in zona playoff. Segue i biancorossi?

“Certo che seguo i biancorossi: qualche tempo fa ho parlato con mister Longo su Instagram. Gli ho fatto l’in bocca al lupo per la stagione e gli ho detto che, se avesse avuto bisogno di me, avrei accettato di dare una mano al Bari. Sono rimasto molto affezionato ai biancorossi e ai suoi tifosi: quando sono in auto, ascolto spesso l’inno ufficiale del Bari”.

Da attaccante, come valuta il reparto offensivo dei galletti?

“Ci sono ottimi attaccanti come Lasagna, che ho affrontato quando ero in Italia. Ma conosco anche altri calciatori come Pucino, con me all’Avellino, Benali e Mantovani: un ragazzo davvero in gamba e dalle grandi potenzialità”.

E sabato c’è proprio Bari-Salernitana, con i granata al penultimo posto in classifica. Che partita si aspetta e per chi farà il tifo?

“La squadra di Longo non deve sottovalutare l’avversario e partire subito bene. Purtroppo i galletti hanno perso troppi punti nei secondi tempi. Ho rispetto per entrambe le piazze, ma è innegabile che a Bari mi sia trovato meglio: è stato speciale per me”.

 

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